lunedì 16 febbraio 2009

Delirio

La ripida fronte del viandante attende impavida l'affronto di sguardi affilati e gorgheggia nella bruma la gola martoriata del pettegolezzo, il grottesco dimenarsi di fiammeggianti tubercoli va a inquietare le coscienze di infanti pazienti dormienti per dar tempo allo scioglimento di consunti legacci e bavagli e pianete lustre di gloria nell'immenso di un enigma seppellito nel folto, nel fosco, nel fasto dell'effimero e la flaccida gota dell'ebbro trema e si contorce abbozzando un sorriso stirato quando l'ombra nostalgica di una mano adorata disegna nel vuoto simboli diafani e ribelli, gareggia baldanzosa con nastri di seta infilzati nelle ciocche mentre l'intrigo si trascina nella sabbia, nel sabba, nella tana del mamba solenne adagiato fra turbinii di iatture e taciti sospetti, distratti, acquattati come ratti in batuffoli d'angoscia con la diafana pupilla del passante a smarrire il gracile sostegno in divenire e l'impiombata pellicola delle motivazioni si scioglie lungo il corso, il dorso, il terso profilo del salice piegato dal carico di petulanti boccioli.

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