lunedì 30 marzo 2009

Le cose che cambiano quando c'hai un figlio (8 di N)

no delle volte che all'asilo non ci vuole andare come stamattina che ti guarda pieno di lacrime come a dire scusami qualsiasi cosa abbia fatto basta che non mi lasci qua e tu come fai a spiegargli che non ha fatto niente che non lo sai neanche tu perché deve restare all'asilo cioé lo sai lo dicono tutti perché gli fa bene stare con gli altri bambini perché diventa indipendente eccetera ma in quel momento hai come la sensazione che siano tutte balle che l'unica cosa importante sia evitare che soffra per una cazzata come il dover restare all'asilo anche se non ne ha voglia perché non so tu ma io mi ricordo come stavo male quando non volevo restare e mi ci lasciavano lo stesso e non ho nessuna voglia che nei suoi ricordi resti questa immagine di me che esco mentre lui in lacrime viene allontanato dalla maestra sarò troppo sensibile ma la vivo come una tragedia e faccio fatica a razionalizzare a dirmi maddai non potevi portarlo lì e non lasciarcelo ma una parte di me dice invece sì che potevo che senso ha vivere fin da piccoli momenti tristi come se non ce ne fossero anche troppi ad aspettarci quando si diventa grandi potevo sì bastava che dicessi vabbè per oggi lasciamo stare che differenza fa e invece mi tocca convivere con la faccia in lacrime di mio figlio che chiedeva solo di restare con me a giocare col trenino magari coi dinosauri e invece gli tocca accettare fin da piccolo che la cose non vanno sempre come si vuole anzi non vanno quasi mai co

venerdì 27 marzo 2009

Le cose che cambiano quando c'hai un figlio (7 di N)

prio radar emotivo con quale percepiscono chiaramente gli stati d'animo ti leggono in volto se sei triste contento arrabbiato per cui magari sei lì che insulti mentalmente Sky o altro obiettivo d'ingiurie a piacere e ti accorgi che il bambino ti osserva preoccupato perché non capisce se ce l'hai con lui oppure no e allora devi sempre essere coerente non puoi distrarti e lasciare che i tuoi pensieri di adulto interferiscano con l'essere qui e ora altrimenti invii messaggi ambigui e contraddittori e magari pensa che non ti piace più giocare col puzzle dei cubi di topolino o che ti sei arrabbiato perché è un gioco troppo difficile per te e che quando si diventa vecchi sì è talmente rintronati da non riuscire neppure a venire a capo di un rompicapo 3+ anni e non pensa invece che crescendo si perde il gusto di un'immediatezza genuina nell'espressione dei sentimenti così devi stare attento devi tenerti sintonizzato devi ritrovare la difficilissima semplicità di una sponteaneità lineare e priva di schermi a protezione dell'intimo sentire anche se tutta questa esaltazione gioiosa ti porterà come me stamattina alle 5 un dolore lancinante al rene destro cosà sarà una colica no è un cubo del puzzle a cubi di topolino che è finito chissà come chissà quando sotto la tua schiena ma siccome sei sintonizzato non ti arrabbi anzi sei felice è come se con la nascita di un figlio avessero inziato a drogarti con una sostanza che ti fa trovare esilarante anche un c

domenica 22 marzo 2009

Spazio tempo

Stavo guardando Discovery Channel, trasmettevano uno dei tanti documentari che trovo così rilassanti. A volte se per qualche motivo non riesco a dormire vedo sul divano, metto le cuffie e ascolto un film ad occhi chiusi o meglio un documentario su uno dei vari canali scientifici. Le voci narranti dei documentari hanno il più delle volte un suono molto gradevole da ascoltare.

Ce n'era uno sulla luna ieri. La luna ci sta lasciando: si allontana di 3,8 centimetri all'anno. Sono 38 Km ogni milione di anni. Quando sento parlare di quantità di tempo così vaste comincio davvero a considerare la consapevolezza una condanna, la punizione per una qualche mancanza compiuta nei confronti di un'entità soprannaturale. Cosa sono cento anni di vita? Niente.

Il monte conoscenze dell'umanità si accumula da qualche migliaio di anni, in termini di tempo astronomico è niente. anche le distanze che possiamo percorrere sono niente; in cento anni di vita pur viaggiando a velocità prossime a quella della luce non andremmo lontani. Siamo come formiche su una crosta di pane che galleggia in mezzo all'oceano.

Se immagini di poterti sollevare dalla superficie terrestre fino ad abbracciare con lo sguardo l'intera rotondità del pianeta, guardi giù e vedi questi formicai di esseri umani che brulicano e inseguono i più disparati obiettivi personali nell'ambito di necessità collettive. Come qualsiasi altra forma di vita deve nutrirsi, scaldarsi, riprodursi, sfuggire a tutte le cause di morte che si trovano dentro e fuori da sè.

Il fatto che la luna si allontani, mi racconta questa bella voce nel documentario, comporta la fine della vita sulla Terra. Il bello è che comunque la luna sarà anticipata dal sole in quest’opera di annientamento. Il sole si espande e ci carbonizza prima che la luna sia così lontana da creare grossi problemi.

Così io mi ritrovo a chiedermi che senso abbia essere coscienti della propria esistenza. Non era meglio nascere senza consapevolezza, guidati solo dall'istinto? Se davvero esiste un'entità soprannaturale cui ricondurre il nostro stato, che volontà perversa e crudele deve avere per farci dono della consapevolezza? Che cosa gli abbiamo fatto di male per meritarci questo?
Siamo destinati a sapere che non solo avremo fine come individui, è già questo non è bello da affrontare, ma anche che avremo fine come specie, come pianeta intero. Non abbiamo modo di scappare da nessuna parte. Gli scienziati ipotizzano come soluzione la costruzione di immani navi spaziali dove gli uomini si imbarcheranno per vivere nello spazio.

Altri scienziati dicono che le stelle man mano moriranno una ad una e a un certo punto l'universo smetterà di espandersi e tornerà a contrarsi. A quel punto anche essersi rifugiati nelle astronavi per scappare da qua non sarà servito a molto.


L'unica soluzione per me è la consapevolezza a scartamento ridotto, a compartimenti stagni: ignoro, faccio finta di niente, spero solo che questa conoscenza dei fatti mi renda meno terrorizzante il momento di salutare tutti e cedere il testimone. Quando vedo qualcuno in grado di vivere con inconsapevole trasporto emotivo sono sempre dilaniato da due opposte emozioni: la compassione per la vittima di un paradiso terreno illusorio e l'invidia per la capacità di sottrarsi al peso di troppa conoscenza.

Dicono che senza la notte non potrebbe esserci il giorno, come dire nel nostro caso che senza questa mancanza di senso dell'universo non potrebbe fiorire la ricerca di un senso che in fondo è ciò che ci contraddistingue come esseri consapevoli. L'importante è non spingensi oltre, restare in equilibrio nel mezzo, senza mai chiedersi il senso della ricerca di un senso.

una volta Dio si faceva vivo per darci delle risposte, poi si vede che le domande son diventate troppo difficili anche per Lui.

La luna si allontana dalla Terra di 3,8 cm. all'anno.

venerdì 13 marzo 2009

Le cose che cambiano quando c'hai un figlio (6 di N)

mbia sono i risvegli stamattina saran state le 6 sento che mi toccano la guancia con un dito apro gli occhi è lì che mi guarda tutto serio e allora lo guardo anch'io e dopo un minuto o due mi dice "Papa, sei invecchiato" dice sempre papa non papà sono papa raffaele primo arcivescovo del focolare e allora io rispondo "In effetti è vero. Magari non tutto in un colpo questa notte, voglio sperare, ma pian piano di sicuro" do sempre risposte lunghe perché penso sia utile riempirlo di parole di frasi manco le parole fossero cibo che in qualche modo può metabolizzare "Hai ragione un po' invecchiato devo esserlo sicuramente, capita a tutti. E tu? Cosa mi dici? Tu invece sei ringiovanito?" e lui ci pensa su ma solo per un momento e come se fosse la risposta più semplice del mondo mi dice "Sì" un'affermazione banale ma decisa e capisco che è proprio convinto mi dice sì e se ne va l'argomento è chiuso siamo diversi tu invecchi io invece no non val neanche la pena di parlarne non facciamocene un cruccio e allora mi alzo e vado a specchiarmi con la paura di vedere un uomo di ottant'anni come le favole che ho dormito per decenni forse ero in coma e non me lo ricordo ma poi vedo che son sempre quello di ieri e mentre preparo il caffè mi viene in mente tutta la gente che ho conosciuto da giovane e che è morta prima che lui nascesse e mi chiedo se una di queste si è reincarnata in mio figlio e stamattina mi ha riconosciuto potrebbe essere una spiegazione la r

Conigli e lupi.

Camminare per strada, senza meta, come quando si era piccoli e non c'erano nodi di cravatta né orologi da controllare. A volte capita di trovare le cose più strane: cose gettate, cose perdute, cose messe lì apposta. Anche le ombre, per dire. Ho visto un tizio che ci passa intorno i gessi colorati, di notte, alle ombre proiettate dai lampioni. Esci di casa al mattino e vedi le ombre di ombre che furono e queste son cose che possono far riflettere, si corre il rischio di fare analogie e parallelismi con argomenti legati a significati profondi.

Oggi ho trovato due immagini che mi hanno colpito, sono di un artista che si chiama Ryohei Hase.



Uomini conigli. I conigli non esitano a calpestarsi, presi come sono da un'invincibile ansia che li soverchia e constringe a scappare, a correre avanti, ad arrivare prima degli altri laggiù, dove si presume non esisterà più quel grande pericolo che in questo momento di panico sembra così vicino da poterci afferrare per i talloni e trascinarci indietro, strappandoci dal resto del gruppo che proseguirà senza di noi, forse felice che qualsiasi cosa fosse abbia preso le tue, le sue, le caviglie di qualcun altro. E in fondo quest'immagine surreale ci è così familiare, diventa così concreta quando pensi al meccanismo in cui è facile cadere quando non ti si vuole lasciare un attimo di respiro, dove è previsto che tutto sia folle corsa collettiva mascherata da gara ad eliminazione, da progresso, da selezione darwiniana quando in realtà è forse solo un gioco per tenerci tutti occupati, per non darci modo di pensare ad altro che a scappare. Ma scappare da cosa poi, in definitiva?



E poi ecco gli uomini lupo. Tutti col la propria bella catena al collo, pieni di rabbia, di frustrazione, alla ricerca del colpevole, della fonte di un risentimento senza nome. Animali messi nell'angolo, maltrattati, che si ribellano anche sapendo di non avere speranze, sbavano e strabuzzano gli occhi solo per non pensare alla loro condizione per qualche momento pieno di cieca furia, lo sguardo annebbiato da un obiettivo preciso, la libertà forse, o l'annientamento. Ma se guardi bene la mano che tiene la catena non è di qualcun altro, forse la catena è solo una scusa per continuare a sfoderare i denti, e quando non c'è nessuno disponibile facciamo finta, la raccogliamo la strattoniamo con le nostre stesse mani.

Le cose che cambiano quando c'hai un figlio (5 di N)

nti riescono a continuare la loro vita come prima c'è il nido i parenti è come se tanto è piccolo non capisce recupero dopo non ho voglia non ho tempo non fa per me e passano gli anni senza che abbiano vissuto in pieno la cosa come se uno entra al cinema e passa tutto il tempo al telefono in bagno e io mi chiedo ma possibile che ci sia qualcuno davvero convinto che si possa recuperare il tempo perduto non dico leggere proust che è una palla ma non è che danno la replica ci son cose che uno dovrebbe capire per istinto senza bisogno d

Le cose che cambiano quando c'hai un figlio (4 di N)

erto punto ti rendi conto che potresti morire capita a tutti lo sapevi anche prima ma adesso la morte ha acquisito potere è diventata un'autorità da rispettare potrebbe segarti prima che tu possa farti conoscere da questo libro bianco che è tuo figlio ti svegli la notte e vai a controllare sì è vivo che miracolo è la vita prima non c'era e adesso c'è non ti speghi com'è possibile che qualcosa che prima non c'era adesso abbia il controllo di cose come mani e occhi e senza bisogno del tuo aiuto le muove da solo e continuerà a muoverle anche dopo che tu non ci sarai più e non vuoi pensare il contrario sarebbe un incubo non si può vivere con un pensiero simile e quando leggi le notizie di cronaca che parlano di bambini ti si strizza qualcosa dentro e capisci che quella che provavi prima di avere un figlio non era paura la vera paura è qu
Aggiornato Mercoledì · Commenta · Mi piaceNon mi piace più

Le cose che cambiano quando c'hai un figlio (3 di N)

a dire la quanttà di bambini che vedi in giro prima non li notavi facevano parte del paesaggio stavi solo attento a scansarti per far passare i passeggini e ti voltavi per un momento nella direzione di eventuali pianti come un dovere civico verificare che non stessero facendo male a qualcuno invece adesso ti accorgi che ci sono tanti bambini in giro ti chiedi quanti mesi o anni c'hanno guardi i genitori e indaghi i volti per capire come si sentono per vedere se magari c'è qualche emozione che a te invece è sfuggita di m

Le cose che cambiano quando c'hai un figlio (2 di N)

nte le cose che cambiano per dirne una gli ormoni o che so io stavo guardando king kong quello nuovo che sembra vero che effettoni alla fine c'è quest'atto eroico dello scimmione che si sacrifica per amore della bionda si becca le mitragliate allunga il dito verso la sua amata e anche lei pur essendo umana si vede che recita bene sembra proprio che alla fine la bestia abbia trasformato la bella fatto sta che prima di avere un figlio avrei detto vabbè adesso invece facevo fatica mi veniva da commuovermi e questa cosa è un po' preocc

Le cose che cambiano quando c'hai un figlio (1 di N)

lle cose che uno senza figli non le capisce non ci crede se gliele spieghi anche se forse dipende un po' anche dal tipo di persona che se io ad esempio son quel tipo di persona che non è rimasta la stessa dopo la nascita di un figlio è come se qualcuno avesse preso il telecomando e avesse cambiato canale o meglio non il canale ma qualcosa l'alta definizione la lingua i sottotit

martedì 10 marzo 2009