lunedì 3 maggio 2010
Body Art. [1 di n]
Interno, ascensore - Musica di arpa in sottofondo. Tracy, voltata di schiena, si guarda nella parete a specchi, sistemandosi il trucco. Accanto a lei alcune persone immobili guardano verso l'alto. Tracy si immobilizza osservando nello specchio che gli altri presenti si stanno sciogliendo come pupazzi di cera. Un PING segnala l'arrivo al piano.
V.F.C. (melliflua, asessuata, senza accenti): Sesto piano, Body Art, Friedkson and Marvin, Hoky Logistic.
Interno, giorno, corridoio - Voci che si sovrappongono, telefoni che suonano. Si apre la porta dell'ascensore.
Interno, giorno, ufficio - Darla, una tazza di caffè in mano, si volta per guardare l'ascensore attraverso la vetrata a giorno dell'ufficio senza smettere di parlare in cuffia.
DARLA: Certo, è tutto compreso, anche l'assicurazione.
Interno, giorno, corridoio - Tracy esce per ultima dall'ascensore. Si muove con andatura ondeggiante, seduttiva, lanciando sguardi provocanti. Si blocca.
Interno, giorno, ufficio - Darla sorride ma c'è un'altra faccia che tenta di emergere come un'ombra. Una faccia dall'espressione malvagia.
Interno, giorno, corridoio, sede della BODY ART - Tracy sorride e fa un cenno con la mano. ZOOM sul suo occhio destro.
Interno, notte, buio scantinato - Darla (primo piano) impugna due elettrodi, uno per mano. Sul suo volto c'è l'espressione ombra e sta ridendo come una pazza.
Interno, notte, buio scantinato – Tracy (primo piano) sorride e fa un cenno con la mano.
Interno, giorno, corridoio, sede della BODY ART – Tracy deve addossarsi al muro per permettere il passaggio di una barella coperta da un lenzuolo da cui sporgono i piedi di un cadavere. Un uomo incravattato agita dei fogli e grida rivolto agli inservienti che stanno spingendo la barella.
UOMO: Non mi interessa se è la prima volta, non sapete leggere? Entrata secondaria! C'è scritto in grandi lettere sottolineate!
(spezzone in bianco e nero rovinato dal tempo in cui si vede una mano tremante che sottolinea le parole in questione)
La barella urta uno spigolo della T di BODY ART, scritta in lettere giganti attaccate sotto il bancone della reception, e il biglietto appeso all'alluce del cadavere cade a terra, fra i piedi di Tracy, che lo raccoglie e rimane col biglietto in mano mentre barella uomo e inservienti si allontanano.
Interno, giorno, ufficio – Darla si toglie le cuffie e tiene la tazza con due mani osservando la scena. Tracy apre la porta, entra in ufficio.
DARLA: Allora?
Sul volto di Darla riappare per un istante l'ombra malvagia. Tracy evita di guardarla, appende l'impermeabile all'attaccapanni, appoggia la borsa su una sedia e va a sedersi alla sua scrivania, di fronte a quella di Darla.
DARLA: Allora?
TRACY: Allora cosa?
DARLA: Come si chiama?
TRACY: Chi?
DARLA: Ti ho vista raccogliere il cartellino.
TRACY: Che buffo, vero? Un cartellino molto simile a quello che usano per le nuove confezioni di profumo di Glenny Worcher, a proposito, l'hai già provato? Quando si dice serendipity, ieri passavo dal Ritemayer, sai quello vicino alla sesta, e le hostess vicino alla scala mobile del terzo piano stavano promuovendo proprio quel profumo, riesci a crederci?
Tracy si infila la cuffia microfonata, appoggia il cartellino sulla scrivania, accende il monitor, accavalla le gambe.
DARLA: Come si chiama?
TRACY (rovesciando indietro la testa, a occhi chiusi): Quanto vorrei una sigaretta.
Darla si alza e afferra il cartellino (ombra malvagia).
DARLA: Randall L. Flickering.
TRACY (SUONO dal computer, Tracy schiaccia un bottone): Body Art, come posso soddisfarla?
Darla torna al suo posto, annusa il cartellino.
(spezzone in bianco e nero rovinato dal tempo in cui si vede un cucciolo di cane che annusa il dorso di una mano, ha un brivido e si accuccia)
Darla attacca il cartellino alla sua lampada da tavolo, si rimette le cuffie, fissa Tracy aspettando che termini la conversazione.
TRACY: No, mi dispiace. La nuova legge ci impedisce di lavorare con soggetti minorenni, a meno che la causa di morte sia un evento accidentale.
Darla fa dondolare col dito il cartellino.
TRACY: Le passo l'ufficio legale, ma non credo che il suicidio sia considerabile accidentale. Può impugnare il referto autoptico ma ci vorrà del tempo e, si sa, il tempo corrompe, come dire, ha capito? Attenda in linea prego, le passo l'interno.
DARLA (sorseggiando caffè): Dove finirà questo Randall? Ti chiedi mai cose come questa? Decorerà una fontana? Verrà usato per esporre cartelloni in metropolitana?
TRACY: spero comunque qualcosa di legale. Non come quei due, non farmici pensare, non rimetterò mai più piede in quel club, non hai idea, guarda.
DARLA: Di cosa? Quale club? Hai sporto denuncia o sono ancora là?
TRACY: Vorrei che tu non fossi così morbosa, davvero, è stato orripilante.
La telecamera ZOOM su cartellino che ondeggia, quando torna indietro il cartellino è appeso all'ombrellino di pizzo di Darla.
Esterno, giorno, giardino – Darla e Tracy, vestite come dame dell'ottocento, passeggiano in un roseto.
DARLA: … e trovo così assurde certe pretese.
TRACY: Certo cara, direi oltraggiose, al di là dell'offensivo.
DARLA: io ho il mio giardino di cui occuparmi, non posso certo sprecare in mio tempo in faccende comuni.
TRACY: No di certo, tesoro, se non ha abbastanza soldi da incrementare la servitù, che faccia da sé quello che vuole sia fatto da altri.
DARLA: Guarda questa rosa, sai quanti incroci ho dovuto fare per ottenere questa tonalità di amaranto?
TRACY: Semplicemente meravigliosa.
DARLA: Non ho mai nascosto una passione che nutro fin dall'infanzia, non mi si può certo rimproverare qualcosa.
TRACY: Certo che no, come ti viene in mente?
DARLA: Un giorno sarò famosa, il mio nome sarà ricordato come quello di chi...
SUONO dal computer.
Interno, giorno, ufficio – La mano di Darla schiaccia un bottone.
DARLA: Body Art, come posso soddisfarla?
Tracy prende la borsa e ci rovista dentro.
TRACY (voce fuori campo): Fermenti lattici, costume per la seduta di yoga del giovedì, copriborse per gli occhi all'estratto di teina con nanogranuli di collagene tonalità carne numero dodici e applicatore a sfera, spilla umorale Gracel Romson lavorata a mano, oggi meglio di no, potrebbe diventare verde e segnalare a tutti che ho dormito poco, ma dove sarà finito il lucidalabbra?
DARLA: Resistono nell'acqua ma non può dotarli di alcun tipo di meccanismo elettrico
(spezzone in bianco e nero rovinato dal tempo in cui si vede un bambino di pochi mesi che nuota fra pesci tropicali, in un acquario)
TRACY (si ritocca lo smalto): Dici che dovrei denunciarle?
DARLA: Le invio subito una brochure via email, per qualsiasi domanda non esiti a richiamarci. (preme un bottone) Erano più di una?
TRACY: Essì, un uomo e una donna, e so anche chi sono.
DARLA (ombra malvagia): Te lo stai inventando.
TRACY: No davvero, al Cotton Brest, giù al village, hai presente? Nei bagni.
DARLA: Hai scattato qualche foto? Dimmi di sì.
Interno, club notturno – un uomo di schiena asconde dalla vista dello spettatore i genitali di un corpo maschile appeso alla parete con mani e piedi a contatto con le piastrelle, come incollato. L'uomo sta facendo qualcosa al copro appeso, si sente un rumore liquido. L'uomo ride e continua a fare quella cosa ignota che produce rumore liquido.
UOMO: Sapone! Sapone! Voglio più sapone!
L'uomo si gira verso il lavandino. Primo piano delle mani piene di sapone, che diventa schiuma quando lo bagna e inizia a lavarsi le mani. Le sciacqua e vediamo l'uomo di schiena che stavolta copre i genitali di un corpo femminile, anch'esso appeso come il precedente. L'uomo fa qualcosa e si sente il rumore di aria calda di un asciugamani elettrico. L'uomo alza la mano destra e fa qualcosa sul petto del corpo femminile.
UOMO: Più calda! La voglio più calda! Ecco, così va bene.
Esterno, giorno, giardino – Darla e Tracy, sedute a un tavolino di ferro battuto, hanno di fronte un servizio da tè. Tracy assaggia un biscottino.
DARLA: Non ha usato queste parole ma il senso era quello.
TRACY: Te lo sento dire ma non riesco a farmelo entrare in testa, è una richiesta così assurda.
DARLA: Sono miei, giusto? Devo usarli per comprare fertilizzanti, nuovi semi, non posso certo andare incontro alle sue esigenze finanziarie solo perché ho fatto l'errore di sposarlo.
TRACY: Se fossi in te non mi porrei nemmeno il problema. Chiunque gli darebbe torto, anche chi non abbia la minima idea di come funzionino le cose in un matrimonio.
DARLA: Hai assaggiato quelli allo zenzero? Li trovo squisiti.
Interno, giorno, ufficio – Darla ha trascinato la sedia per stare più vicina alla collega. Stanno bisbigliando per commentare le immagini che scorrono sul telefonino di Tracy.
TRACY: Vedi, si vede il segno dietro il tallone, dove il codice a barre è stato come...
DARLA: Strappato via?
TRACY: No, no, hanno usato degli attrezzi per modificarlo. Sei cieca? Se l'avessero strapapto via si vedrebbe l'osso, sai quanto è profondo il tatuaggio?
DARLA: Beh, comunque è illegale.
TRACY: Altroché, quell'uomo è pazzo.
DARLA: Ma come fai a sapere che la donna stava con lui e lo tradiva con quell'altro?
(spezzone in bianco e nero rovinato dal tempo in cui si vede la barella coperta da un lenzuolo, in primo piano il cartellino sull'alluce con scritto Randall L. Flickering, in sottofondo gemiti e sospiri tipici di un accoppiamento, il cadavere si mette seduto, cade il lenzuolo che gli ricopriva la faccia e si vede Randall che guarda di fronte a sé, quindi abbassa lo sguardo sulle proprie mani e, schifato, cerca di pulirle sul lezuolo).
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