(scritto per la simpatica iniziativa del Corriere e leggibile anche qui)
Capisco che arriva Natale senza che nessuno me lo dice perché sto attento alle cose che cambiano e non perché, come dice papà, il Natale è troppo grosso da evitare per un bambino. Gli ho risposto che prima di tutto non sono più un bambino, ho otto anni e mezzo, e scommetto che so capirlo prima di te caro papà quando arriva davvero Natale. Lui ha accettato la sfida e naturalmente ho vinto io. Adesso ti spiego come è andata.
Ho preso un quaderno e ho segnato le impronte che lascia il Natale mentre si avvicina di nascosto. Per esempio i cartelli scritti a mano fuori dalle vetrine con sopra cercasi aiuto. Ho anche indizi che tengo segreti, dei trucchi per vincere facile. Come l'uomo senza un piede che vive seduto per terra, quello con la stampella di legno e il cane che dorme sempre, quello che a volte alza lo sguardo e a volte no, sta lì a fissare i soldi dentro al bicchiere. Ecco, quando mette il cappello rosso vuol dire che Natale ha iniziato a muoversi.
Papà dice che Natale è tutto sbagliato, che Gesù è nato d'estate, che Babbo Natale l'ha inventato il marketing, all'inizio si arrabbia moltissimo per via che sente arrivare il Natale. Dopo si calma e si mette seduto sul divano come quando non ha più niente da dire, come quando non ha più voglia di litigare, e se lo lasci riposare gli passa, si rende conto di non poterci fare niente e allora sorride e gli viene perfino voglia di giocare.
Lista delle cose che annunciano il Natale: i fiocchi colorati, i riflessi su carta metallizzata, il volume della pubblicità, montagne di giocattoli al supermercato, le canzoni alla radio, le luci in centro, i campanellini. Soprattutto la tv. È la tv che agita la bacchetta come un direttore d'orchestra, è la tv che d'estate ti dice che sono tutti in vacanza a divertirsi tranne te, a Natale ti dice che tutti stanno ricevendo doni e affetto tranne te. Così il Natale capisci che arriva nel momento in cui inizi a sentirti triste.
Quando l'ho detto a papà lui si è stupito, ha detto che sbaglio, mi ha preso in braccio come quando vuole parlare sul serio, da uomo a uomo, ha detto ascoltami bene, ha detto ho capito cos'è il Natale una volta sola in vita mia, non c'era aria di festa e nessuno aveva la pretesa di essere felice, lo vuoi sapere cos'è per me il Natale? E va bene, dimmelo, ho risposto. È quando sei arrivato tu, m'ha detto, e ho capito che diceva la verità perché rideva e aveva gli occhi pieni di riflessi, come le palle di vetro dell'albero di Natale.
venerdì 3 dicembre 2010
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