Può capitare una gita con l'asilo, ieri, in pullman, al giardino zoologico, no scusa, ora lo chiamano parco faunistico, è un zoo con un nome senza implicazioni negative, ci sono animali in gabbia, è molto curato. Arrivo e dico “Madre, ha pregato per il bel tempo ma ha esagerato”, nel pomeriggio abbiamo toccato i 37 gradi, gli animali africani guardavano con pena la gente sconvolta che si aggirava fuori dal recinto, una curiosità mitigata dal senso innato della dignità tipica degli animali in gabbia, di chi non riesce a decidere se la libertà sia meglio di un pasto garantito.
Nel parco ci sono le scolaresche, vale a dire decine, centinaia di bambini. Vanno in giro a gruppi. Un gruppo indossa la maglietta gialla, un altro il berretto rosso. Hanno al collo il tesserino di identificazione. E corrono, gridano, giocano, come se non facesse così caldo, come se gli animali fossero nati per venire esposti, per venire guardati. “Maestra, guarda, perché ne hanno messo uno lì morto?” Non è morto, vedi, respira, sta riposando. A una certa età se qualcosa non si muove per diversi minuti è molto probabile che sia morto. E infatti le giostre, le altalene, gli scivoli sono presi d'assalto. Esserini accaldati, incuranti dell'afa, si arrampicano, corrono, si lanciano in giochi polverosi che non possono venir capiti da lontano. A volte scoppia un pianto, a volte richieste insistite, e ovunque bottiglie d'acqua che si svuotano.
Macchine fotografiche e telecamere. Borse e zaini. Tutto si muove tranne gli animali. Gli animali stanno fermi e questo può rendere nervosi, al punto che alcuni bambini scavalcano le recinzioni, uno di loro viene preso per i capelli da una scimmia, tirano sassolini al rinoceronte e poi scappano gridando si è arrabbiato ma è il rinoceronte molto attivo del desiderio d'intrattenimento, il rinoceronte vero ha solo mosso un orecchio, vagamente infastidito.
C'è il trenino e quando passa tutti fanno ciao. Ci sono le capre coi distributori di mangime a pagamento per chi vuole provare a nutrirle, ci sono cammelli ippopotami tigri otarie alligatori. Ci sono lemuri cicogne bisonti testuggini. Gli struzzi a becco aperto difendono le uova. Le giraffe cercano di raggiungere con la lingua rami troppo distanti. “Guarda papa, guarda!” E' tutto così esaltante che nel giro di un'ora vuole tornare a casa, poi riposa, beve un po' di succo di frutta ed è pronto a ricominciare. Io gli suggerisco le battute, è una cosa che mi riempie di soddisfazione. Ha i capelli in piedi, digli di prendere la spazzola. “Prendi la spazzola!” Sei tutto spettinato, datti una sistemata. “Sei spettinato! Dov'è la tua spazzola?”
E d'un tratto il parco si svuota. Rimangono due suore in attesa del trenino. Un addetto che muove il badile in un tombino intasato. La voce all'altoparlante che manda avvisi, poi tace anche quella.
martedì 26 maggio 2009
Le cose che cambiano quando c'hai un figlio (12 di N)
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