pita di avere le braccia pesanti come le braccia della cosa dei fantastici quattro solo le braccia diventano di pietra e finiscono a terra o sul tavolo e ti tengono bloccato per via del peso sono grosse e pesanti gran parte di te è ora fatta solo di braccia sei un mostro con il corpo piccolo e le braccia enormi sei un animale deforme la cui mutazione genetica l'ha portato in un vicolo cieco questo stai pensando mentre cerchi di capire la sensazione di avere le braccia della cosa dei fantastici quattro cerchi di capire perché non vedi la pelle dividersi in placche di pietra arancione quando cogli un movimento e alzi lo sguardo e vedi che c'è tua moglie dall'altra parte del tavolo c'è la tovaglia tra di voi ci sono i piatti i bicchieri e tua moglie ti sta fissando e tu pieghi la testa di lato scegli una delle sue pupille di moglie sulla quale concentrarti e ti concentri sulla sua pupilla che è nera che è grande e rotonda e nera e profonda come lo schermo del computer quando giocavi a doom c'erano delle zone della mappa c'erano delle stanze nere di quel nero di pupilla e dal nero dal fondo del nero sbucavano teschi in fiamme teschi urlanti di dolori invisibili che ti inseguivano per scoppiarti addosso e tua moglie abbassa lo sguardo nel piatto e mangia un boccone e quando lo rimette su di te è diverso adesso è come se si fosse ricordata una cosa nostalgica che ti fa venir voglia di deglutire ma non lo fai perché nella tua gola c'è una matassa di filo spinato e dopo aver masticato e inghiottito tua moglie ti dice sei pallido e fa la pausa di una virgola e aggiunge molto pallido col tono di una persona che è suo malgrado preoccupata e si sente in dovere di essere sincera al che tu rispondi non è niente e ci metti la pausa di una virgola e aggiungi devo aver dormito poco e nient'altro perché ogni parola tira pezzi del filo spinato che hai nella gola ma lei si rianima forse pensava che il tuo silenzio fosse dovuto al rancore all'immotivato astio che a volte matura da ghiandole e ormoni maschili e allora ti racconta ti parla ti fa partecipe di ciò che le interessa di ciò che le occupa i pensieri da quando si sveglia a quando si addormenta e forse anche nel sonno le cose che sogna e che al mattino non si ricorda mentre tu fai molta attenzione non vuoi che ti si accusi di non ascoltare e cerchi domande da fare senza trovarle cerchi la prontezza in eventuali risposte da dare anche se è difficile con il vento fuori che manda foglie secche a sbattere sui vetri e le braccia della cosa dei fantastici quattro ancora immobili sulla tovaglia e la mente che ti dice hai sentito questa non era una foglia questa era un passero andiamo a vedere andiamo a controllare e nella tua immaginazione scosti la tenda e tiri un sospiro era una foglia magari grossa e bagnata ma non devi perdere il contatto con la voce di tua moglie con il senso se ce l'ha ancora nelle frasi di tua moglie in ogni singola parola che ascolti con la massima attenzione possibile poi ripeti la scena e non c'è niente da sospirare c'è un passero che sbatte della due la sola ala che non si è spezzata ma tu ascolti tua moglie nessuno può dire che non stai ascoltando anche se fuori c'è vento anche se il rumore delle foglie che sbattono contro i vetri è così affascinante infatti ripeti la scena e te la sei cercata c'è un passero con la testa rovesciata e l'occhio rotondo per nulla sorpreso il becco socchiuso che reca sui bordi tatuato l'ultimo cinguettio e qualcosa dentro di te lo traduce e ti fa sapere anche se non vuoi queste parole potevo volare ma non potevo sorridere e tua moglie si alza si è ricordata di dover dire qualcosa a sua madre va al telefono e sorride a qualcosa a qualcuno forse a te che hai recuperato l'uso delle braccia sono tornate normali le usi per strappare il boccone di pane che giura di avere sapore e per metterlo in bocca senza masticare lasciando fare alla poca saliva che ti riesce di spremere dal filo spinato mentre scappi col pensiero su un'isola tropicale dall'accecante spiaggia bianca che all'alba si riempie di piccoli granchi senza colore che corrono a portare da un buco all'altro i loro piccoli frammenti di informazione muovendosi precisi e scattanti in modo che il messaggio ti rimanga implicito e segreto e più li guardi più rimarresti a guardarli che quando scavano un buco nella sabbia e ci entrano dentro sei convinto che spariscano e vadano in posto bellissimo dov'è impossibile a
sabato 27 novembre 2010
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