Hanno finalmente ucciso l'uomo barbuto, così dicono, non avendo una foto da mostrare in tivvù hanno incollato la barba dell'uomo barbuto alla faccia di un cadavere trovato per caso, appeso a testa in giù di fianco all'autostrada, hanno usato la faccia dell'uomo cieco dalla nascita, sono sicuro, è andata così, l'hanno trovato attaccato come un frutto al ramo di un manifesto pubblicitario, hanno applicato la barba dell'uomo barbuto al volto del cieco dalla nascita, compresa di bocca e di denti, gli hanno trapiantato mezza faccia con tanto di mascella prima di darlo in pasto alla tivvù, l'uomo cieco dalla nascita nella foto si noti come viene illuminato dai fanali delle auto di passaggio, le pupille di chi non ci vede più, anche se non ci ha visto mai, ora dondola appeso al cartellone, il cieco dalla nascita che cantava a squarciagola quando la vita si faceva troppo densa, troppo dura, si noti la barba dell'uomo barbuto che viene mossa dal vento, la barba dell'uomo barbuto che luccica di colla virtuale, così che il mondo intero abbia qualcosa da mettere in tivvù per cena, ma c'è chi si avvicina al cadavere e gli dà una pulita, allunga la mano armata di fazzoletto e tenendosi lontano dal corpo appeso dell'uomo barbuto lo libera dal lucore del lacrimoso cieco dalla nascita, i resti disseccati e dondolanti che vennero scartati dai fabbricanti di carne, i liquidi e le gelatine che la cecità si è rifiutata di consumare, durante i lunghi anni di latitanza, sognando la mano di una madre e il sorriso di un padre che non ha mai potuto vedere, sopra di lui la modella in gramaglie pubblicizza nella notte e guarda il viavai con sereno disinteresse, l'uomo cieco dalla nascita è abbellito dalla barba dell'uomo barbuto che stanotte l'hanno stanato e l'hanno ucciso, non ci farà più del male con quella barba e quei denti storti nella bocca rossa e maldestramente sagomata, non più, posso salutare gli scheletri danzanti dei vecchi cartoni animati in bianco e nero che mi fanno sempre compagnia, proprio adesso mi sembra di vederli apparire alle spalle dell'uomo appeso e cieco e barbuto quando le sciabolate di luce avvampano i cespugli dello spartitraffico, mai più, mi dico non mi ballerete non mi convincerete della vostra esistenza, non mentre osservo la barba dell'uomo barbuto staccarsi poco a poco dal volto del cieco dalla nascita, i presenti che si agitano chiedendo di poter cambiare canale, non essere costretti a vedere il cieco dalla nascita emergere dalla barba dell'uomo barbuto che va opacizzando come la cataratta e precipitando nell'erba, una voce dall'origine imprecisata chiede che qualcuno corra a raccoglierla, dice per favore vi prego vi scongiuro che qualcuno corra, adesso, a raccogliere la barba dell'uomo barbuto perché l'hanno ucciso stanotte l'hanno freddato con un colpo preciso, con un colpo alla testa e questo diventerà l'uomo cieco dalla nascita se permettiamo che la barba dell'uomo barbuto si liberi e vada perduta, adesso, qualcuno corra a raccoglierla, e la bruci, affinché gli scheletri danzanti abbiano un falò attorno al quale osseggiare cranieggiare scapolare femoreggiare, lasciare che i denti risaggino e ghignaggino a sottolineare la gioia e l'ebrezza di essere noi tutti qui riuniti insieme a festeggiare la morte dell'uomo barbuto, perché l'hanno ucciso e adesso possiamo fingere di non avere più nulla da temere, ecco la barba dell'uomo barbuto sul volto del cieco dalla nascita, ecco il morto che da sempre ondeggia nei nostri incubi.
lunedì 2 maggio 2011
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