mercoledì 4 maggio 2011

Il rito.

Non so quali criteri adotti Hopkins per decidere di accettare una parte ma, come fanno tanti altri, non ci sarebbe niente di male in questo, è possibile che decida in base al compenso perché spende la sua bravura per dare fiato a lungometraggi allo stesso modo in cui si fanno i complimenti a una salma. Detto questo raccontiamo la storia del prete indemoniato. No, non l'esorcista, lo so che anche in quello il demonio, un prete posseduto eccetera, che in quel film la parte più incisiva è la vecchia madre che accusa di abbandono il figlio, Damien, Damien, implora la vecchina polacca, ricordate? Anche in questo un figlio viene accusato di abbandono da un genitore morto, ma stavolta dal padre, al telefono. Rospi, muli con gli occhi rossi, ambientazione vaticana, per il resto è la solita storia paurosa sul diavolo che gode nell'esercizio del male, si pasce della corruzione, si bea nell'inganno. Violenza, protervia, rivolta, dispetto, l'intero catalogo dei tratti caricaturali coi quali si spiega il male con la emme maiuscola. Il risvolto terroristico del suonatore di violino, della tentazione leggiadra e flessuosa, la rappresentazione dei peccati capitali. Tranne la superbia, forse perché trattano sempre di demoni minori, di quelli che vennero ficcati nel corpo dei maiali perché uccidessero corpi meno puri di quelli di un qualsiasi uomo, per quanto rovinato e perduto.

Il rito, così si intitola il film, cerca di mettersi nei panni dello scettico, di dare spazio a spiegazioni mediche, psicologiche, psichiatriche, neurologiche, filosofiche, approccio già utilizzato in altri film del genere che spesso precipitano dall'indagine metafisica allo spettacolo horror. Il personaggio di Hopkins è certamente quello più complesso, degno di una recitazione ben assemblata, ma tutto il resto lascia a desiderare. Ragazzine possedute ormai ne abbiamo viste di ogni genere, sì, da Emily Rose alla fanciulla incinta de 'L'ultimo esorcismo'. Viene il dubbio che il diavolo abbia davvero tutto da guadagnarci a vedersi rappresentato in maniera così puerile, e che si diverta a far gridare le sue vittime di possessione alla vista di un crocefisso o per lo spruzzo di acqua benedetta. Le cronache ci tramandano storie di lotta col demonio, certo, ma da parte di santi, di persone che in virtù della loro tensione spirituale si trovano nella condizione di dover lottare per non precipitare nel vuoto o per guadagnare un altro millimetro nella scalata verso la sapienza. Che il demonio si prenda la briga di far soffrire persone qualsiasi per soddisfare pulsioni sadiche o accettare sfide simboliche è uno sberleffo all'intelligenza e alla sottigliezza dell'avversario, una distorsione che non apre gli occhi sul diavolo ma li sposta su una degenerazione del male esclusivamente umana.

Satana è tutto ciò che allontana da Dio con la menzogna, non ciò che combatte Dio con la forza né tanto meno dilania corpo e mente degli uomini per conquistare e dominare il loro spirito. Film come questo ci ricordano il terrore che scaturisce dalle ipotesi sull'ignoto ma soprattutto che deriva dalla perdita del controllo. Non avere più il potere sulle proprie azioni, sui propri pensieri, sulla voce, non sapere più se quello che si vede è vero, non avere più la certezza di essere gli unici ed esclusivi abitanti del proprio corpo e della propria mente. Tutto questo vorrebbe offrire una parallassi sulla perdita dell'anima, o meglio dello spirito, frazione e distillato e seme di alito divino, definitelo come vi pare, dato che l'anima è un'invenzione del periodo romantico che ormai ci dobbiamo tenere come il Natale in inverno e un sacco di altre incongruenze innestate sul tronco della religione cristiana che non danno fastidio se non a chi è in grado di notarle e trova motivo di rammaricarsene. Per far capire la sofferenza e il dolore che provoca la perdita dell'anima dunque si ricorre allo stratagemma del copro e della mente espropriati e soggiogati nientepopodimeno che da uno o più angeli caduti in persona. E se non ci credi fai il gioco del maligno e la prossima volta potrebbe capitare a te, anzi, magari sta già capitando in questo momento, non ti senti strano? È solo suggestione, continua a ripetertelo, è solo suggestione.

Anche Papa Benedetto, onorabile Maestro, come altri hanno fatto prima di lui, compreso Beato Giovanni Paolo, ha dichiarato l'esistenza del diavolo, parola che significa colui che avversa, che si oppone a Dio. Ha perfettamente senso nel dualismo che governa il funzionamento della ragione ipotizzare l'opposto anche per dio, senonché da Hegel, che era un prete, in poi sappiamo che può esistere un superamento che rende immune il principio primo da qualsiasi vincolo dualista degno dell'eresia manichea così come di alcune religioni politeiste o dalla divinità impersonale. In seguito Hegel è stato spunto per ideologie assolutiste che associate allo scientismo hanno provocato tensioni utopistiche disastrose, e cosa più della storia umana ci insegna quanto poco ha bisogno il diavolo di possedere singoli corpi per dannare singole anime? Dio non ha posseduto Gesù e allo stesso modo Satana non possiede nessuno, che sia l'anticristo - sì, abbiamo visto film anche con l'anticristo -, Santa Teresa, Padre Pio o una povera vittima innocente, un bambino, o meglio una bambina, che non ha fatto niente per meritarselo tranne che voler bene alla mamma e obbedire al papà (o viceversa, becero femminismo e conservazione tradizionalista permettendo, why not?). Satana può anche fare a meno di agire, può anche starsene tutto il tempo in panciolle a sonnecchiare che la sua presenza si reifica nel mondo attraverso la nostra esperienza collettiva fatta dall'insieme delle nostre credenze, decisioni, azioni come singoli, come coppia, come famiglia, come tribù, come villaggio, come stato, come primo secondo terzo quarto mondo, come cristiani, come scienziati, come genitori, come giovani e come vecchi, come ladri e come onesti, e tutte le classificazioni che potete immaginare.

Bisogna avere paura di Satana, Belzebù - il signore delle mosche -, Astaroth o Bazuzu? No. Si deve avere paura di venire posseduti dal demonio? No. Si deve avere paura che il diavolo si prenda la briga di materializzarsi qui intorno a produrre rumori, provocare allucinazioni, fare impazzire dal terrore qualcuno solo per il gusto di farlo? No. Questi film sono l'alimento di cui si nutrono i sedicenti atei per ridicolizzare i credenti, per bollare la fede come superstizione, per non affrontare seriamente l'argomento religione. Miracoli o eventi soprannaturali demoniaci non servono per arrivare a conclusioni riguardo alla forza, direzione e intensità della propria spinta religiosa. L'unico avversario di cui ci deve seriamente preoccupare è dentro di noi, siamo noi quando non troviamo la forza di far seguire le azioni al pensiero, quando ci rifiutiamo di fare quello che sentiamo essere giusto, quando ci accorgiamo di aver sbagliato strada e ci ostiniamo a proseguire per non sprecare la fatica spesa e le risorse consumate per il cammino fatto nell'errore. Siamo tutti posseduti dal demonio, che è come dire siamo tutti peccatori, che è come dire tutti dobbiamo sperare di incontrare un esorcista che ci liberi dal male, ci spieghi dove stiamo sbagliando prima che sia troppo tardi, che ci dia modo di rimediare per quanto possibile agli sbagli, che prenda i nostri demoni ce li strappi fuori e li sbatta dentro a maiali che, povere bestie, per lo spavento e l'orrore si scagliano nel precipizio. Cosa che faremmo anche noi, ognuno di noi, se fossimo in grado di vedere dentro noi stessi con gli occhi di Gesù, la personificazione di ciò che rappresenta la guarigione, la liberazione, il perdono, l'amore gratuito di un padre.

Scusate, mi sono accorto adesso che questa non è una recensione ma un predicozzo. Pazienza, il film parla di un prete esorcista che combatte contro il maligno. E, come tanti prima di lui, perde la sfida col diavolo perché la morale è: il diavolo è forte e l'uomo è debole, anche se prete, anzi, soprattutto se prete. Un po' come recensire un film Disney: Bambi perde la mamma, il diavolo possiede una ragazzina, Dumbo impara a volare, i demoni parlano una lingua morta, Biancaneve viene risvegliata. E se uno dice il contrario è per scaramanzia, perché nessuno vuole sfidare la sorte, ritenersi un giorno responsabile quando rincasando trova i figli con la testa rivolta all'indietro che vomitano chiodi, accusarsi di aver attirato troppo l'attenzione su di sé mancando di rispetto a chi? Al diavolo? Portare rispetto al diavolo come lo si porta a un boss mafioso, per timore di ritorsioni? Ma per favore!

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