rgo nei sogni spesso mi trovo in un albergo e anche quando sogno di essere a casa non mi sento mai davvero a casa ma in un albergo che è mio e che gli altri trovano più corretto definire casa perché evidentemente per loro c'è una differenza tangibile nell'essere a casa e l'essere in un albergo è quello che penso mentre osservo la camera d'albergo del sogno che è nuova nel senso che non ci sono mai stato prima in quest'albergo da sogno che esiste solo nei miei sogni sono tutti alberghi che non esistono nella realtà ma questo è nuovo nel senso che mai l'ho sognato prima mai la mia mente l'ha costruito per farmici entrare nei sogni e la particolarità di questa camera è che è stata aggiunta in seguito è stata applicata è stata costruita apposta come si mette insieme la cuccia per un cane imprevisto una camera costruita in fretta sopra una trave di supporto infilzata nel tetto della struttura principale così che l'intero equilibrio sia vincolato a una singola trave neanche troppo robusta a vederla così a giudicarla a occhio e croce direi che è vecchia e marcescente ma nel sogno non mi interessa non è un problema che venga giù la stanza che crolli giù in strada con me dentro sono tutte ipotesi inverosimili nel sogno sono eventualità remote perché so benissimo che non mi succederà niente che sono in qualche modo protetto da forze potenti e misteriose non potrà accadermi niente di niente ecco perché sorrido e sono indifferente a tutto mi sento pronto a sopportare qualsiasi accidente e non riesco a dare importanza alla stanza, alla trave, alle tegole di ardesia rese scivolose dall'umidità che bisogna affrontare per scendere per entrare nel blocco principale dell'albergo, dove si potrà mangiare anche mia moglie e mio figlio sono con me e non si lamentano sono contenti che noi si vada a mangiare e chi se ne frega della camera ho già detto che non ci dormiremo ho già rassicurato mia moglie che dev'esserci stato un errore che quella stanza non possiamo accettarla è troppo pericoloso non tanto per la camera ma per il tetto per le tegole di ardesia il percorso che si deve affrontare per raggiungere la camera appollaiata su un angolo del palazzo non possono farci credere che sia normale che saremmo troppo esigenti a chiedere qualcosa di più adeguato alle nostre pretenziose aspettative di stranieri viziati che sono venuti qui a farci sentire poveri e incivili già mi preparavo un discorso che suonasse il meno offensivo possibile da usare per chiedere una stanza diversa avrei detto lo so che ci avete fatto il privilegio della miglior sistemazione disponibile anzi la vista è meravigliosa l'architettura è affascinante ma ecco il ginocchio avrei inventato di avere problemi al ginocchio per colpa del mio ginocchio ho dei problemi a scalare il tetto conico della torre nord e pertanto è con grande dispiacere che mi vedo costretto a rinunciare al privilegio che mi avete gentilmente concesso e in effetti c'è della gente che sale sul tetto a fare fotografie della camera traballante così la chiamano perché emette scricchiolii e solo grazie a tiranti di acciaio intrecciato può permettersi di dondolare pigramente e di resistere alle folate che salgono dal basso o che provengono dal lato destro quello che offre una vista meravigliosa del mare agitato e spumoso una composizione pittoresca che i turisti ci pagano il biglietto e si aggrappa alle tegole di ardesia pur di arrivare in cima a scattare una foto più artistica del normale una foto che esprima cultura e giustifichi la visita domenicale al famoso albergo dova va chi non vuole rispondere sono stato sul divano a guardare la tv anche se dove vorrebbero trovarsi è sul divano anche se in realtà non gli importa nulla della camera e dell'arte e della cultura ma almeno si mangia bene ne val la pena per il ristorante dell'albergo si sentono profumi deliziosi si vedono passare piatti appetitosi ma quando entriamo ci danno un tavolo vicino alle cucine nel posto dove c'è il telefono pubblico e l'attaccapanni e il breve corridoio che porta ai gabinetti è il tavolo peggiore ma non mi arrabbio nella vita reale avrei già dato fuori di matto ma nel sogno sono accomodante e remissivo infatti sorrido al cameriere che parla solo la sua lingua del posto una parlata dai toni aggressivi che mi ricorda vagamente il ceppo slavo ma più rude e consonantico e per andare sul sicuro ordino tutto il menù che consiste in tre soli piatti coi nomi dalla pronuncia assurdamente complicata si può scegliere solo fra tre cose e le ordino tutte per andare sul sicuro e da quel momento inizia un'attesa infinita un'attesa così lunga che mia moglie termina gli argomenti di conversazione e mio figlio si sta addormentando seduto sulla sedia e anch'io è da un po' che fisso in silenzio una imperfezione nel vetro del bicchiere e giochicchio con la punta del coltello facendo disegni sulla tovaglia che è di carta per quanto mi sforzi comincio a perdere la pazienza e mi trovo a fare un elenco delle cose che non vanno in modo che ogni voce aggiunta alla lista faccia da carburante alla rabbia che monta e monta per esempio i muri scrostati la macchie di umidità c'è perfino una ragnatela e si vede che è vecchia è una ragnatela vecchia e polverosa per non parlare delle tende sono orribili è così che funziona la mia testa a un certo punto si verifica un innesco e si accende la caldaia e indietro non si torna se la lancetta arriva alla zona rossa indietro non si torna per questo cerco di rallentare o interrompere il processo non voglio arrabbiarmi voglio essere superiore alle mille cause di irritazione che il mondo è sempre così generoso nell'offrire e in questo vengo aiutato da un donnone col grambiule che può essere la cuoca o la proprietaria comunque una capa di qualche genere a giudicare dall'atteggiamento imperioso tipico di chi è abituato a comandare e ha interiorizzato i principi di una corretta sopraffazione il donnone spalanca le porte della cucina a pochi passi da me si mette a urlare Shultz e grida sempre più forte Shultz Shuuuuultz riuscendo a farmi tornare il buonumore tanto che mi guardo intorno sorridente per verificare che altri clienti oltre a me trovino spassoso il coup de theatre ma riscontro solo facce serie di gente tanto elegante quanto scontrosa e nel silenzio provocato dalla rumorosa chiamata per Shultz si sente la conversazione telefonica di un vicino di tavolo che per sovrastare il volume della cuoca ha a sua volta alzato la voce e sta dilungandosi a proposito di certe malattie della pelle di certi effetti collaterali dovuti al sovradosaggio a quel punto mi alzo vado a lamentarmi col donnone mia moglie scuote la testa si è resa conto che la lancetta della mia caldaia emotiva è andata sul rosso cerco di mantenere un tono gentile chiedendo spiegazioni per la camera scomoda e il tavolo indecente e il pessimo servizio e lei mi dice ma scusi lei nelle sue condizioni cosa pretende al che mi zittisco mi chiedo di quali condizioni stia parlando in che condizioni sono mi sembra di essere in condizioni normali le dico a me sembra che le mie condizioni siano più che passabili e il donnone annuisce come si annuisce con chi sta negando l'evidenza e senza sorridere mi dice seria seria mi dice a bassa voce le cose stanno così il mondo funziona così se fossi in te me ne farei una ragione e detto questo se ne va torna in cucina prima che io riesca a mettere insieme una risposta vorrei risponderle me al sono già fatta grazie non ti preoccupare il tutto senza permettere alla lancetta di andare sul rosso senza esplodere e fare una figuraccia in mezzo al locale ma quale locale a quella topaia lurida ecco che comincio a usare termini offensivi la lancetta sta andando sul rosso per fortuna mi scappa l'occhio su mio figlio che non è arrabbiato per niente ha solo fame ha solo sonno ha solo voglia di stare bene e mi accorgo che è quello che voglio anch'io dico andiamo via e quando stiamo uscendo vedo Cacciari l'ex sindaco di Venezia il filosofo Cacciari e il suo sguardo mi comunica approvazione è come se mi stesse dicendo hai fatto bene hai fatto la scelta giusta sono soddisfatto di te e io mi chiedo Cacciari cosa fai qui Cacciari cosa c'entri tu Cacciari cosa mi rappresenti Cacciari perché sei v
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