C'era una volta uno scienziato molto brillante, così brillante che un giorno gli venne l'idea di inventare l'invenzione definitiva, così definitiva da rendere inutile perfino la scienza.
Si presentò davanti al convegno mondiale degli scienziati e disse: “Inventerò la macchina delle invenzioni.” Alcuni colleghi si esaltarono. “Come abbiamo fatto a non pensarci prima?”, si chiedevano. Altri invece scuotevano la testa. “Che peccato vedere una persona così intelligente che impazzisce.”
La discussione andò avanti per ore e scoppiarono dei litigi. Si tiravano per il camice, si spettinavano a vicenda, qualcuno addirittura ti metteva le dita sulle lenti e ti sporcava gli occhiali anche se te ne stavi seduto tranquillo a parlare con calma.
“Ti sei montato la testa!”, gridò lo scienziato più muscoloso che tu possa immaginare.
“Siamo in presenza di un evidente paradosso”, dichiarava con tono divertito lo scienziato più vecchio che tu possa immaginare.
“Hai già fallito nel momento stesso in cui hai pensato di farcela”, disse lo scienziato che non veniva mai capito nemmeno dai suoi colleghi.
Ma lo scienziato molto brillante era convinto e deciso: avrebbe fatto in modo che la gente non dovesse più scervellarsi per capire e perdere tempo a trovare soluzioni, la sua macchina avrebbe risolto tutti i problemi. Sarebbe bastato riconoscere che non c'erano invenzioni che la macchina non potesse inventare ed eseguire le istruzioni che la macchina avrebbe fornito, così un qualsiasi uomo anche senza alcuna conoscenza scientifica avrebbe potuto ottenere tutto quello che poteva desiderare.
Ma più si sforzava di spiegare il suo punto di vista e più l'assemblea degli scienziati si accapigliava, al punto che il rumore della rissa si sentiva perfino in strada. Un bambino che stava giocando nei giardini si incuriosì a tal punto da andare a vedere di persona cosa stava succedendo. Quando gli scienziati si accorsero che era entrato un bambino restarono così stupiti da fermarsi e restare in silenzio.
“Cosa c'è da fare tutto questo rumore?”, chiese.
Alcuni scienziati si misero a ridere. “Già”, esclamò lo scienziato che non lo capiva mai nessuno, “Niente, ecco cosa.”
Lo scienziato brillante a questo punto si arrabbiò tantissimo perché il bambino lo stava guardando fisso negli occhi e lui non aveva certo intenzione di mettersi a spiegare le sue brillantissime idee a un bambino.
“Torna da dove sei venuto”, ordinò al bambino facendo la voce grossa, convinto che il piccolo si sarebbe spaventato e sarebbe corso via.
Ma la cose non andarono come previsto, il bambino si mise le mani sui fianchi e rispose: “Perché invece non te ne vai tu?”
Qui purtroppo dobbiamo dire che lo scienziato brillante ebbe un'idea ancora più pericolosa di quella della macchina delle invenzioni: cercò di spingere fuori il bambino e se c'è una cosa che allo scienziato più muscoloso che tu possa immaginare proprio non va giù è vedere maltrattato un bambino.
Fu così che lo scienziato brillante si prese una gran pedata nel sedere, si ritrovò sul marciapiede e non trovò più il coraggio di tornare dentro a far valere le proprie idee.
Ma questo non significa che rinunciò al suo progetto. Si dice che abbia costruito un laboratorio da qualche parte e che stia ancora lavorando alla sua macchina nonostante i numerosi prototipi abbiano mostrato vistosi malfunzionamenti. Un modello emette un lampo accecante di fronte alla richiesta di invenzioni impossibili, un altro produce invenzioni che si rompono quando davvero ti servono, un altro ancora ti fa solo credere di aver inventato qualcosa ma quando cerchi di prenderlo in mano ti accorgi che è solo un ologramma proiettato nel fumo.
Anche i colleghi d'accordo con lui sono ancora in circolazione, si mantengono vendendo la macchina delle invenzioni che ancora non c'è ma, ti assicurano quando firmi il contratto, molto presto ci sarà. Un sacco di gente versa un acconto e si mette in attesa e ti dice che se tu non fai come loro è solo perché non te lo puoi permettere, che la vita è breve e bisogna approfittare al volo di un'occasione come questa finché si è in tempo.
I casi sono due: o un giorno lo scienziato brillante dimostrerà di aver avuto ragione, o passerà tutto il tempo nel dubbio di non essere così brillante come credeva di essere. Tu cosa pensi, costruirà la macchina delle invenzioni o è solo un povero illuso? È quello che ho chiesto al bambino ma lui ha fatto spallucce ed è tornato a giocare come se niente fosse.
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