Infatti il quartiere è un buco nero, un luogo di oscurità che distrugge qualsiasi tentativo di portare alla luce una realtà di paura, imbroglio e violenza, trasformando il quartiere in un recinto per ciechi. Alcuni pochi fortunati hanno ancora l'uso di un occhio e in un mondo di ciechi esercitano il potere. Uno di questi è il boss malavitoso che controlla ogni movimento, decide chi deve vivere e chi deve morire. L'altro è Palminteri, un rappresentante delle forze dell'ordine che non può fare nulla da solo per ridare la vista a chi anche se potesse non vorrebbe più vedere.
Cosa vedono con quest'unico occhio sano? Per esempio chi ha ucciso uno degli ex-ragazzini di cui sopra. Il protagonista si sente vincolato alla promessa di dedizione fatta da bambino e decide di fare chiarezza. Il re con un occhio solo gli consiglia di non aprire gli occhi se non vuole scoprire di aver creduto a una menzogna, che i suoi amici hanno tradito lui, il patto e anche se stessi. L'araldo gli consiglia di non aprire gli occhi se non vuole uccidere ciò che lo mantiene innocente, la sua sicurezza nel testimoniare la sopravvissuta purezza dei suoi vecchi amici.
Il protagonista non può tirarsi indietro e rifiutando di lasciarsi guidare diventa un corpo estraneo, un intruso, un rivoluzionario suo malgrado. Il re con un occhio solo muore e il protagonista capisce che non può più restare nel quartiere, gli serve un posto dove poter mettere radici e non può indovinare se ci sia già un nuovo re dietro l'angolo pronto a salire sul trono, se tutti se ne andranno rendendolo un luogo deserto o se avranno il coraggio di guardare da sé la realtà senza accontentarsi di farsela raccontare da un guercio.

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