Arrivare in cima, per entrare nell'ordine di idee ho attaccato al soffitto il poster di una veduta alpina. Il caposezione ha disegnato alla lavagna alcuni grafici esplicativi, ha commentato le statistiche, dice che ci tiene a farlo manualmente per farci entrare nell'ordine di idee, che qui si deve dare il massimo come membro di una squadra vincente. Quando dice Vincente il caposezione grida e aspetta che rispondiamo in coro Vincente! Se un militante riesce a entrare nell'ordine di idee gli si spalanca di fronte un panorama di successo, è uno degli slogan di quest'anno, hanno usato stereografie per rendere distinguibile la novità, hanno inventato un carattere di stampa apposta per comunicare l'attuale declinazione dell'ordine di idee. Quest'anno per entrare nell'ordine di idee bisogna meditare sulle stereografie, riflettere a fondo sul significato di panorami che spalancano le gambe invitandoti a entrare nell'ordine di idee e raggiungere la cima del successo. Perché noi, qui, abbiamo sempre bisogno di idee vincenti (vincenti!), abbiamo sempre bisogno di sangue fresco, di nuova linfa, ho ancora pochi anni per dimostrare il mio valore. Se entro nell'ordine di idee posso anche diventare il Presidente, un giorno, si tratta solo di capire sempre da che parte stare, questo il caposezione l'ha sussurrato, facendoci l'occhiolino, ha detto pi pi pi, e poi ha spiegato: il Partito non Perdona i Perdenti. Ha guardato la telecamera di sorveglianza e Datemi un amen, ha gridato, e noi Amen! Sia lodato il Presidente! Poi siamo passati all'autocritica, abbiamo estratto a sorte e sono stato proprio io il fortunato a poter esporre pubblicamente le mie mancanze, dimostrando di saper entrare nell'ordine di idee del miglioramento costante, l'atteggiamento costruttivo di chi ci tiene a far parte di una squadra vincente (vincente!). Sono arrivato a piangere lacrime vere, mi sono buttato per terra in ginocchio a chiedere scusa a tutti, ai compagni, al Partito, al Presidente, per riuscirci ho pensato al poster che ho attaccato al soffitto, ho immaginato di essere sdraiato nella mia cuccetta, a tremare di freddo, con l'inno del Partito a tutto volume nelle orecchie per aiutarmi a cancellare il mio passato, le mie idee controrivoluzionarie, la mie catene borghesi, con gli occhi fissi alle montagne nel poster, determinato a raggiungere una cima qualunque o precipitare nel vuoto. Ho ricevuto gli sputi, gli insulti e le percosse ringraziando per la possibilità di continuare a far parte di una squadra vincente (vincente!) e in seguito ho elencato i miei propositi di donare tutto, vita compresa, per il Partito e per il Presidente, e ho sfogato una rabbia viscerale contro i nemici del bene, del giusto, del progresso. Sono piacevolmente stanco e dolorante, ho pagato una multa per ristabilire la mia integrità morale, evitando l'espulsione dal Partito, un atto dimostrativo dal momento che il mio stipendio lo ricevo dal Partito e lo giro interamente al Partito in cambio dell'onore di far parte di una squadra vincente (vincente!). Sono stato esonerato dal servizio per il resto della giornata, con obbligo di confino forzato in camera a riflettere sul mio scarso fervore politico. Sono sulla buona strada per entrare nell'ordine di idee e raggiungere il successo, col tempo passerò dal volantinaggio a incarichi di prestigio e responsabilità. La democrazia ha sempre meno soldi per finanziare il Partito, gli amici del partito, le aziende del partito, gli iscritti del partito, e i nemici fanno di tutto per aggiudicarsi i contributi, le facilitazioni, i rimborsi, gli stanziamenti a fondo perduto. I lavoratori del privato non capiscono l'importanza di contribuire al sostegno del benessere collettivo e sono restii a versare denaro sui conti pubblici, c'è ancora molto da fare per farli entrare nell'ordine delle idee, convincerli a far parte di un gruppo sociale, la collettività non supera facilmente gli egoismi tipici di chi non capisce l'importanza di far parte di una squadra vincente (vincente!). Durante la seduta di autocritica ho proposto di fondare un altro giornale e di conquistare più visibilità nel dopocena televisivo, mi sono fatto avanti per organizzare di persona una massiccia campagna su internet, in grado di mobilitare la gente su questioni concrete e trovare coesione attorno ai sentimenti rilevati dai sondaggi dell'ufficio propaganda. Una volta al potere si potrà agire in modi più netti per attuare il cambiamento rivoluzionario che è il marchio di fabbrica del Partito, certe cose la gente non le capisce, ha paura, è meglio mostrare coi fatti, ho già pronto lo slogan per l'anno prossimo: il Partito lo fa per il tuo bene. Nella mia sezione c'è chi cerca di raggiungere la cima suggerendo l'eliminazione fisica di nemici potenti e agguerriti, la via diretta, la chiamano, la legittima difesa dell'oppresso. Si tratta di capire da che parte stare, e io ho scelto la parte di chi lotta non solo per il consenso della masse lavoratrici, povere e incolte, ma combatte anche per aggiudicarsi le preferenze della classe media, che va rassicurata, va presa con le buone, è diffidente come chi possiede qualcosa da perdere e non vuole perderla. PPP, dico a chi tentenna per lo schieramento, il Partito non Perdona i Perdenti. Arriverà il giorno che lavoreremo tutti per il Partito, e quel giorno sarò Presidente.
giovedì 10 novembre 2011
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