A volte mi chiedo se nel futuro ci sarà un libro che descriverà l'evoluzione del linguaggio nel campo della comunicazione al pubblico o se invece tutti nel futuro avranno adottato il metodo che rende il messaggio ambiguo e ingannevole, la logica della verosimiglianza strumentale, il relativismo orientato alla manipolazione non della verità, ma dell'opinione sulla verità, laddove la verità non consiste più in ciò che è vero ma in ciò che è possibile ritenere vero.
Nel momento in cui si riesce a convincere la maggioranza sulla giustezza di un'opinione sulla verità, la verità oggettiva passa in secondo piano. A volte è sufficiente un'affermazione sostenuta da un personaggio famoso o influente e a quel punto chi sostiene un'opinione contraria diventa ipso facto un oppositore del personaggio e il dibattito si concentra su un faccia a faccia tra i sostenitori dei portatore di opinione, in una guerra di notorietà degli stessi e scontro fra tifoserie.
Il meccanismo è stato innescato dalla pubblicità. L'esigenza era quella di legare le motivazioni all'acquisto a reazioni emotive e azioni istintive. Si passava dal vendere un prodotto al vendere una soluzione a esigenze psicologiche. Ti senti triste? Compra questa chiave a brugola. È un esempio estremo ma emblematico. Hai bisogno di conoscere la verità? Acquista gratuitamente la versione garantita autentica per mezzo di equazioni qualitative con variabili indeterminate. Schierati sulla fiducia dalla parte di questo marchio leader e questo testimonial famoso.
In questo mondo destrutturato, in cui il pensiero debole si è fatto molto forte superando l'esigenza di trovare e riconoscere verità oggettive, i poli d'attrazione delle opinioni possono essere individui ma anche marchi. Per trovare la verità ci si appoggia a intermediari che ce la forniscono usando un linguaggio necessariamente ambiguo che viene accolto con gratitudine perché consente l'introiettare acritico di un messaggio amorfo e una decisione di schieramento svincolata dai contenuti e finalizzata a un consenso generalista.
Il passaggio da verità personalmente esperibile, condivisibile, riproducibile, sensibile, a verità mediata, interpretata, per sua natura intrinseca suscettibile di confutazione, è un fenomeno che non riguarda più solo il mercato propriamente detto, quello degli oggetti fisici. Il marketing è diventato una disciplina tentacolare che ha invaso quasi ogni aspetto della vita moderna. La politica: non vince chi ha un programma politico migliore, ma chi pianifica meglio la campagna elettorale. Perfino nella scienza la certezza viene sistematicamente mistificata per obbedire a esigenze che non hanno nulla a che vedere con lo stabilire il vero: la teoria del surriscaldamento del pianeta, il darwinismo.
Tutto ciò ha l'effetto di influenzare indirettamente lo stile di vita e tende a imporre un controllo sui comportamenti dei cittadini sfruttando l'istinto al conformismo che è tipico degli animali sociali, dalle formiche all'uomo. Possiamo paragonare il linguaggio moderno a una forma di comunicazione primordiale, in cui è possibile provocare la reazione desiderata mediante l'utilizzo di feromoni, segnali luminosi, frequenze impercettibili. Il centro di comando elude il posto di blocco dell'intelletto passando per altre strade: istinti, sensazioni, paure, il regno del subconscio.
Siamo per certi versi passati da un eccesso di razionalismo a un eccesso di fideismo. Siamo forse incapaci, come specie, di raggiungere e mantenere l'equilibrio?
“Anche se un razionalismo acritico e assoluto è logicamente insostenibile, e anche se un irrazionalismo assoluto è logicamente sostenibile, questa non è una ragione per cui si debba adottare quest’ultimo. Infatti, ci sono altri atteggiamenti sostenibili, per esempio quello del razionalismo critico che riconosce il fatto che il fondamentale atteggiamento razionalistico scaturisce da un (almeno occasionale) atto di fede: dalla fede nella ragione.” (Karl Popper)
venerdì 29 gennaio 2010
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