Gent.mo sig. Genere Umano,
mi duole con la presente comunicarLe che non intendo entrare con Lei nel 2000.
Con sommo rammarico, dal momento che sono andate evidenziandosi profonde differenze d’opinione nel corso della vicendevole forzata convivenza, mi sento in dovere di abbandonarLa al suo destino dichiarandomi fin da ora estraneo a tutto ciò che riguarda l’atteso passaggio epocale.
È mia ferma intenzione dissociarmi in toto dalla Sua deprecabile abitudine al capodanno e pertanto conto di rimanere nel 1999 a tempo indefinito.
Che sarà mai questo 2000 di cui tutti parlano in termini entusiastici? Quali sono le sue referenze? Che scuole ha frequentato, ha un curriculum di precedenti esperienze formative? Chi ci assicura che abbia le necessaria competenza per ricoprire il ruolo di anno corrente? Non è ancora entrato in servizio e la Genere Umano s.p.a. si è già accollata sborsi enormi per adeguare le apparecchiature informatiche, senza contare gli enormi investimenti stanziati per i soli festeggiamenti di benvenuto.
Il 1999 si e’ impegnato quotidianamente per ben 52 settimane di fila, giorno e notte, sette giorni su sette, al fine di soddisfare le Sue spropositate aspettative. Non mi sembra onesto né virtuoso accomiatarlo con un gesto per far posto ad un nuovo anno venuto fuori dal niente, senza cognizione di causa, del tutto privo di esperienza.
Perché mai dovrei affidare le mie esigenze ad un anno che manco conosco quando ho a disposizione un 1999 consapevole del suo ruolo e ben addestrato alla conduzione di routine dell’ufficio cui è deputato? E poi, lo dico senza vergogna, personalmente agli anni mi ci affeziono e trovo crudele licenziarli proprio alla scadenza del contratto di formazione senza degnarli neppure di un’occasione per dimostrare la capacità di rinnovamento che un anno come il 1999 possiede, a mio avviso, in quantità considerevole.
Come crede che si senta un anno nel vedersi seppellire vivo in un libro di storia alle 11.59 da persone capaci un minuto dopo di festeggiare l’arrivo del suo sostituto? Le confesso che già verso ottobre il 1999 ha diminuito il suo rendimento del 40%, proprio in vista del deprimente traguardo del prepensionamento.
Lei, come amministratore delegato della Genere umano s.p.a., sta sprecando i soldi dell’azienda in aree di mercato a scarso rendimento, pratica una filosofia del business contraria ad ogni sano vademecum manageriale e mette a rischio la fiducia degli investitori incoraggiando una rotazione di personale che si ripercuote direttamente sul grado di efficienza complessiva dell'attività caratteristica su cui si basa la ragion d’essere della nostra società.
Mi permetto dunque di affermare che questa Sua politica aziendale va contro ogni principio di buona conduzione degli affari e con la presente allego le mie dimissioni ad effetto immediato. Darò ampia spiegazione del mio gesto davanti al consiglio d’amministrazione e mi aspetto che Le venga una volta per tutte impedito di nuocere alla società come sta ormai facendo da quasi due millenni a questa parte.
Mi riservo inoltre la facoltà di istituire la Genere UltraUmano s.p.a., operante nello stesso Suo ramo di mercato e con l’intento di farle una concorrenza spietata, qualora le suddette dimissioni venissero accolte dalla maggioranza degli azionisti nonostante il mio invito a privarLa della carica che indegnamente ricopre.
AugurandoLe un felice 1999 SME (Secondo Mandato Esecutivo TM), colgo l’occasione per invitarla all’assemblea degli azionisti, da me indetta per il 31 dicembre 1999, in cui spero si venga a capo di questa imbarazzante situazione.
domenica 15 febbraio 2009
Lettera di dimissioni
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Comunicazioni aziendali
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