martedì 26 maggio 2009

Le cose che cambiano quando c'hai un figlio (12 di N)

Può capitare una gita con l'asilo, ieri, in pullman, al giardino zoologico, no scusa, ora lo chiamano parco faunistico, è un zoo con un nome senza implicazioni negative, ci sono animali in gabbia, è molto curato. Arrivo e dico “Madre, ha pregato per il bel tempo ma ha esagerato”, nel pomeriggio abbiamo toccato i 37 gradi, gli animali africani guardavano con pena la gente sconvolta che si aggirava fuori dal recinto, una curiosità mitigata dal senso innato della dignità tipica degli animali in gabbia, di chi non riesce a decidere se la libertà sia meglio di un pasto garantito.



Nel parco ci sono le scolaresche, vale a dire decine, centinaia di bambini. Vanno in giro a gruppi. Un gruppo indossa la maglietta gialla, un altro il berretto rosso. Hanno al collo il tesserino di identificazione. E corrono, gridano, giocano, come se non facesse così caldo, come se gli animali fossero nati per venire esposti, per venire guardati. “Maestra, guarda, perché ne hanno messo uno lì morto?” Non è morto, vedi, respira, sta riposando. A una certa età se qualcosa non si muove per diversi minuti è molto probabile che sia morto. E infatti le giostre, le altalene, gli scivoli sono presi d'assalto. Esserini accaldati, incuranti dell'afa, si arrampicano, corrono, si lanciano in giochi polverosi che non possono venir capiti da lontano. A volte scoppia un pianto, a volte richieste insistite, e ovunque bottiglie d'acqua che si svuotano.



Macchine fotografiche e telecamere. Borse e zaini. Tutto si muove tranne gli animali. Gli animali stanno fermi e questo può rendere nervosi, al punto che alcuni bambini scavalcano le recinzioni, uno di loro viene preso per i capelli da una scimmia, tirano sassolini al rinoceronte e poi scappano gridando si è arrabbiato ma è il rinoceronte molto attivo del desiderio d'intrattenimento, il rinoceronte vero ha solo mosso un orecchio, vagamente infastidito.



C'è il trenino e quando passa tutti fanno ciao. Ci sono le capre coi distributori di mangime a pagamento per chi vuole provare a nutrirle, ci sono cammelli ippopotami tigri otarie alligatori. Ci sono lemuri cicogne bisonti testuggini. Gli struzzi a becco aperto difendono le uova. Le giraffe cercano di raggiungere con la lingua rami troppo distanti. “Guarda papa, guarda!” E' tutto così esaltante che nel giro di un'ora vuole tornare a casa, poi riposa, beve un po' di succo di frutta ed è pronto a ricominciare. Io gli suggerisco le battute, è una cosa che mi riempie di soddisfazione. Ha i capelli in piedi, digli di prendere la spazzola. “Prendi la spazzola!” Sei tutto spettinato, datti una sistemata. “Sei spettinato! Dov'è la tua spazzola?”



E d'un tratto il parco si svuota. Rimangono due suore in attesa del trenino. Un addetto che muove il badile in un tombino intasato. La voce all'altoparlante che manda avvisi, poi tace anche quella.

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Ascolto pubblicità alla radio mentre leggo le notizie del giorno. Non ascolto veramente, mi arrivano parole sparse: vincerai, paghi la metà, premi, curve, offerta, fino a quattro. A volte mi chiedo se esiste al mondo qualcuno felice di ricevere un messaggio pubblicitario. Mi immagino ad esempio una persona maniaca dell'igiene che si sente meglio nell'apprendere di una nuova profumazione, una forza pulente mai vista prima. Oppure una persona taccagna, che vuole comprare tutto senza spendere niente e sta male, me la vedo con una mano sul portafoglio e l'altra sullo stomaco, coi bruciori, che guarda nelle vetrine con gli occhi lucidi e si sente meglio solo ricevendo proposte di risparmio. Gente che non ha mai vinto nulla e vive ogni nuova possibilità di vincita come l'occasione giusta per cambiare il corso sfortunato di una vita costellata di sconfitte.

Intanto leggo le notizie. La corea del nord prosegue nei test per missili nucleari. L'iran pure. Quasi tutti hanno la bomba atomica. Io mi chiedo cosa se ne facciano, se davvero pensano di lanciarle, di polverizzare città intere. A Napoli nigeriani tentano di rapire una bambina di 11 anni perché piace al loro capo. I nigeriani di Napoli hanno un capo e gli portano bambine italiane. Son sempre i bambini che ci vanno di mezzo. La figlia di Tyson, anni 4, si strangola col le corde degli attrezzi nella palestra di papà. Ieri una donna si lancia dal balcone con il figlio di 1 anno in braccio, L'altro ieri, per gelosia, una tizia lancia dalla finestra il bambino della cugina. E poi notizie di crisi economica, di delinquenza, di estati sempre più torride.

E alla radio parlano di vacanze, ancora più esclusive, scontate, sportive, all inclusive, last minute, parole inglesi usate solo per dare fascino all'offerta. E mi immagino persone in piedi dietro al linea di partenza, che si aggiustano sul naso pacchiani ma firmati occhiali scuri, si tirano l'elastico del bikini, si mettono in posa come manichini robotizzati, i nervi tesi nell'attesa del via per la gara al più... al più cosa? Fico? Trendy? Cool? Che parola verrà tatuata sul vincitore affinché si sappia che... che cosa? Che ha un patrimonio genetico-estetico superiore? Che non può venire criticato dal massimo esperto in frocerie di quest'anno?

Tutti gli altri sono massa, sono pubblico, sono quelli pelati, lo sguardo un po' abbattuto dei cani maltrattati, i bottoni della camicia tirati sul pancione da bevitore di birra, le donne dai capelli rovinati da un parrucchiere poco blasonato, col culo un po' basso, le tette massacrate dall'allattamento di troppi figli senza tata, bambini che non gireranno mai uno spot per via di asimmetrie, disfunzioni geometriche, anomalie cromatiche, forse scarne gesticolazioni metaforiche.

Poi le cose si complicano, faccio confusione, vedo un capo nigeriano nello spot di un telefonino, vestito da guerriero che corre nelle vie di Napoli, inseguito da una modella armata di crema da sole, e nel cielo un dirigile coreano che si tira dietro lo striscione “Prenditi anche tu una bomba in testa, da oggi in missile risparmio!” e come coriandoli tirano bambini dalle finestre mentre una languida ragazza in bikini passa una spugna sul sorriso al fosforo di un personaggio televisivo.

sabato 16 maggio 2009

Se il Sole fosse il nucleo di un atomo i suoi elettroni sarebbero da 2 a 20 volte più lontani di quanto dista Plutone.

venerdì 15 maggio 2009

Negli ultimi 30 anni si sono estinti il 25% dei vertebrati terrestri e il 28% delle specie marine.

martedì 12 maggio 2009

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- Voglio la pizza, papa. -
Ha la febbre, gli occhi cerchiati, arrossati, tossisce.
- Adesso telefono e la ordino, che ore sono? -, chiedo a nessuno in particolare.
- Sono le ventinove. -
Sorrido, per mio figlio sono sempre le ventinove.
La solita pizzeria oggi è chiusa, ne cerco un'altra sull'elenco.
E' una cascina ristrutturata, all'interno ci sono tanti tavoli apparecchiati ma solo uno è occupato. Il personale sta cenando, è ancora presto.
Ci sono delle stampe alle pareti. Due di queste si intitolano vieille noces. Nella prima c'è un vecchio curvo sul bastone che viene aiutato ad alzarsi dalla sedia. Ha una smorfia di dolore o fastidio sul volto. Intorno a lui persone che spillano vino dalle botti, cani festosi, gente che ride, un suonatore di trombone, brindisi, ceste di pane, dolci. E il corteo della giovane sposa con bambini che gettano petali, fiocchi, coriandoli. E una folla di sguardi luminosi, sospettosi, ironici, tristi, gioiosi.
Il personale parla di macchine. L'assicurazione non ti rimborsa il danno se supera il valore del veicolo. Guido io perché lui schiaccia mentre io vado a velocità di crociera, come la gente normale. E' una ragazza robusta che parla, ha i capelli rossi fissati dietro la testa con un fermaglio a molla, la pelle sulle guancie è segnata, un occhio leggermente strabico. Si muove rapida quando tutti insieme si alzano e iniziano il turno di lavoro. Ha l'aspetto di una persona serena, dice l'avevo avvisato ma lui ha voluto cambiarla ma chissene, se la paga lui, io la mia mi va benissimo.
Nell'altra il vecchio è in piedi, anche lui ha un bastone ma ha l'aria di godersela. Occhialini rotondi di metallo, ben pasciuto, nella posa a schiena arcuata all'indietro di una nave rompighiaccio. Guarda la sposa e sembra deglutire, l'acquolina in bocca. Una sposa timida, dimessa, da rossore e mani inquiete. Tutt'intorno festoni, allegria, un animale, un maiale o un vitello non si capisce, scuoiato nell'aia col macellaio sporco di sangue che guarda la sposa a denti scoperti.
- Arriva Battista -, dice il cameriere che nel frattempo ha indossato una giacca di cotone cremisi gualcita e forse stazzonata ma può darsi sia solo il volto lucido e l'ombra di barba a farmelo pensare, - Sette meno cinque, è il nostro orologio vivente. -
No, penso, sono le ventinove. Battista entra, commenta una primavera troppo calda, si avvia a quello che intuisco essere il suo solito tavolo.
Le mie pizze sono pronte. A casa scoprirò che la crosta non è croccante e che sulla mia hanno dimenticato di mettere i funghi.
Intanto il cameriere porta a Battista l'acqua, -Gasata ma non fredda -, dice con tono affettuoso. Battista annuisce lentamente e per un attimo lo sovrappongo al vecchio sulle stampe, anche se non so decidere quale delle due.

venerdì 8 maggio 2009

Le cose che cambiano quando c'hai un figlio (11 di N)

he non facevi da chissà quanto tempo alla fine chi fa un favore a chi quando si esce e si va ad esempio a tirare i sassi nel canale sei tu che fai divertire lui o è lui che ti obbliga a buttar via tutta la tua adultità la tua come mi sento grande la tua ho il mio posto nella società la tua guardate questi sono i miei confini e ti obbliga a tirare un sasso dicendo prova anche tu papa prova dai e tu magari sei uno che gli viene da guardarsi intorno come se fossero tutti lì pronti a dire guarda quello non si vergogna o magari sei come me che da tanto tempo ormai chissenefrega il tuo sguardo critico mi fa un misto di risata e compassione senza bambino forse non lo faresti ma che grande scusa ti offre per tirare un sasso nell'acqua anche tu papa dai tira e tu tiri ed è la cosa più bella del mondo erano secoli che non ti divertivi così persino più bello di ieri quando ti ha chiesto siediti anche tu papa vieni c'è posto ieri sul gradino del marciapiede in piazza del duomo che vedi la gente passare e per vedere le facce devi alzare la testa nessuno ti guarda è come sedersi in un angolo cieco senza far niente solo parlare e guardare e aspettare che i raggi del sole ti scaldino la schiena aspettare che un pensiero ti venga in testa in forma di domanda chi me l'ha fatto fare di crescere chi l'ha inventata questa storia del diventare grandi se poi esser grandi così spesso si riduce a esser quasi morti fuori e del tutto morti dentro senza potersi sedere dove si vuole senza poter tirare un sasso nell

sabato 2 maggio 2009

Il numero di persone sul pianeta nell'anno 1000 è stimato in 300milioni di persone, nel 2000 siamo a quota 7 miliardi, di cui 4 in Asia. Il 20% del totale è Cina, il 18% India, l'intera Europa pesa sul totale quanto l'Africa e gli Usa, tutti e tre intorno al 6%.