giovedì 2 aprile 2009

The Wrestler

The wrestler racconta l'ultimo capitolo della vita di un uomo che "ha bruciato la candela da entrambi i lati".

Il protagonista ha dedicato tutto il suo tempo e le sue energie al lavoro, in questo caso il combattimento spettacolare sul ring, sacrificando la famiglia e tutto ciò che una famiglia comporta: forse una routine noiosa, magari un lavoro insoddisfacente, probalmente una casetta ben tenuta, ma anche e soprattutto un posto dove tornare, qualcuno con cui stare.

Randy "the ram" Robinson ha fatto la sua scelta e come succede spesso quando si è giovani, il futuro sembra così lontano da non meritare neanche un'occhiata. Il pubblico lo osannava, i giornali mettevano la sua fotografia in prima pagina, i suoi incontri venivano trasmessi via cavo. Ora però è diventato vecchio.

I soldi che gli vengono dai combattimenti sono sempre più pochi. Lavora in un supermercato per uno stipendio che gli permette a malapena di pagare l'affitto della baracca in cui vive. Cerca di aggrapparsi ai ricordi e di far finta che gli anni '80 non siano mai trascorsi. Si riempie di farmaci per ignorare gli acciacchi e continuare a salire sul ring. Fino al giorno in cui gli viene un infarto.

A quel punto cerca di recuperare, di andare all'ufficio pegni e farsi ridare la vita di Robin - il suo vero nome - che ha barattato in cambio di una fama transitoria nelle spoglie di "the ram".

Obbligato a smettere col wrestling dal cuore menomato, ce la mette tutta per riemergere: tenta di costruire una relazione con una donna, di riallacciare i contatti con la figlia, di affezionarsi al supermercato.

La donna, Pam in arte Cassidy, lavora come spogliarellista e vive un po' la stessa situazione: un figlio piccolo a carico e troppo vecchia ormai per attirare clienti.

La figlia di Randy decide invece di perdonare il vecchio stupido padre ma Randy butta tutto al vento quando si dimentica di presentarsi all'appuntamento che si erano dati.

Niente relazione con Cassidy, niente figlia, completamente solo e senza alcuna prospettiva, si butta alle spalle anche il lavoro al supermercato e va incontro alla morte.

C'è un dialogo fra Randy e Cassidy in cui si paragona il sacrificio di Randy a quello di Gesù, dove entrambi accettano di venire percossi e feriti e uccisi. Laddove è Dio che chiama al sacrificio Gesù, nel caso di Randy cos'è? Il vuoto di una vita che può essere riempito solo dall'amore del pubblico pagante. "E' l'unica cosa che so fare" dice Randy e lo fa solo per i fan, le uniche persone che lo amano, il surrogato della sua famiglia.

Randy "the ram" Robinson è un anti-eroe che esprime pentimento immolandosi, pagando con la vita il prezzo di una coerenza basata sul nulla, la sostanza di un sogno infranto che rivela infine l'inganno che ci propina la giovinezza quando ci fa credere che sia sufficiente vincere perché tutto il resto venga da sè.

Un film che fa riflettere sugli ingranaggi che ruotano sotto la pubblicità, dietro ai manifesti. Non li vediamo perché i fotografi fanno scattare i flash, non li sentiamo perché i fan gridano e chiedono autografi.

Dentro alle teorie che ci martellano quotidianamente il cervello indicandoci gli dei e le dee che dovremmo adorare ci sono uomini e donne come Randy, che bruciano la candela da entrambi i lati e si ritrovano soli e vuoti, gettati via come uno degli innumerevoli rifiuti che produciamo per tener vivo il sistema. Un idolo che non si accontenta di macinare le risorse del pianeta ma chiede anche sacrifici umani.

Randy "the ram" è solo uno dei tanti e ci vuole poco a sospettare che nei suoi panni potrebbe esserci uno qualsiasi di noi. Basta poco, è sufficiente lasciarsi incantare e sprecare la vita a inseguire fantasmi di gloria, un gioco in cui dopo un po' di tempo perdono tutti, anche i vincenti.

L'attore che interpreta Randy è Mikey Rourke e nella vita reale ha vissuto di persona la parabola del successo e forse per questo riesce a impersonare gli stati d'animo del protagonista alla perfezione.

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