martedì 16 novembre 2010

Sono andato alla gita.

Sono andato alla gita con il pullman e mi sono divertito molto. Punto. Mi è piaciuto andare alla gita e quando sono tornato l'ho detto a tutti, anche al signore che sta sempre fuori dal negozio a fumare. Il suo negozio è sempre vuoto quando ci passo davanti guardo nella vetrina e dentro al negozio del signore che fuma non c'è mai nessuno. Non lo so come fa a resistere, il negozio vuoto mi mette tristezza, forse è per quello che se ne sta fuori dal negozio a fumare, per non sentirsi troppo triste. Una volta ho sentito dire questa cosa dell'elefante. Si dice che non si vede l'elefante dentro alla stanza. Mi piace molto dire questa frase quando mi sembra di essere l'unico a vedere l'elefante. Il significato dell'elefante è che stai avendo una luci nazione, che vedi cose che non esistono. Ecco perché lo saluto sempre col sorriso il signore che fuma fuori dal suo negozio sempre vuoto, perché mi sto immaginando un elefante. Lo dimostra il fatto che il signore mi saluta tutto allegro come se il suo negozio di solito fosse pieno di clienti e proprio quando passo io, guarda la coincidenza, per combinazione è uno dei pochi momenti della giornata che è vuoto.

In pratica mi è piaciuta molto la gita perché non ho visto elefanti. Ecco. La parte più bella della gita è stata quando non c'era più l'autista, non si trovava più l'autista, l'autista era andato via e nessuno sapeva dove. Ho riso moltissimo ma senza farmi scoprire perché capisco come ci si deve comportare. Se tutti sono arrabbiati e preoccupati, se tutti si lamentano e si agitano non puoi metterti a ridere nemmeno se sai come spiegare cosa ci trovi di divertente. È come l'elefante, quello che trovi divertente tu scopri che agli altri non fa ridere per niente. Ho riso forte dentro di me anche per via del fatto che dicevo ma è assurdo, ma dove sarà finito, non si fa così, questa è proprio bella. Insomma giocavo all'agente segreto, da una parte mi scandalizzavo in compagnia dall'altra facevo il tifo per l'autista dicevo scappa autista sei libero corri. Ho avuto un momento di panico quando mi è venuto il dubbio che tutti stessero facendo come me, stessero simulando per obbedire a qualche ordine impartito da un genio del male che preme tasti su un telecomando e ci fa fare cose di gruppo, ci fa risalire i torrenti come ai salmoni, ci fa agitare torce e forconi contro chi si rifiuta di ignorare l'elefante nella stanza, scatena il panico nelle mandrie per farle andare dove desidera. Davvero ci imprta qualcosa dell'autista, ho pensato, perché non scendiamo dal pullman e ce ne andiamo via? In quel momento è comparso l'autista e quando è salito sul pullman hanno fatto tutti silenzio e quando ha acceso il pullman l'abbiamo festeggiato con un grande applauso.

Di solito le gite non mi piacciono ma questa mi è piaciuta per tanti motivi che non posso dirli tutti, ne verrebbe fuori un elenco noioso. E basta. Uno dei motivi è che è durata poco. Quando siamo arrivati faceva freddo e pioveva e dopo un po' si è capito che si voleva tornare a casa. Così siamo stati praticamente tutta la mattina sul pullman e ho guardato fuori dal finestrino e forse ho dormito un po'. Quando il signore che fuma fuori dal suo negozio vuoto mi ha chiesto perché mi è piaciuta la gita non sapevo proprio cosa rispondere così gli ho detto perché non ho visto elefanti e lui ha riso come se fosse la cosa più divertente che avesse mai sentito dire in vita sua. Poi ha tossito fino a diventare tutto rosso in faccia e quando si è ripreso ha detto è meglio che torno dentro a lavorare. In quel momento ho pensato che quella era la cosa più divertente che io abbia mai sentito dire in vita mia eppure, inspiegabilmente, non ci ho trovato niente da ridere. Ha cercato di toccarmi sulla testa ma io sono scattato indietro e lui si è ricordato che detesto venire toccato e allora ha sorriso e ha allungato la mano. Stringere la mano va bene, si può fare. Non ho detto che tipo di negozio è, lo davo per scontato. È un negozio barba e capelli, di quelli vecchi che ho visto solo nei film. È l'unico negozio del genere rimasto nel raggio di qualche chilometro o di qualche anno luce. Descrivo il negozio: ci sono due poltrone da barbiere, un grande specchio, un calendario. I muri sono colorati di tinta verde chiaro, forse un po' sul giallo o sull'azzurro. Il signore indossa un camice con i manici delle forbici che spuntano dal taschino e pettini di varie misure.

La gita è stata così bella anche perché è l'unica gita che non saprei dire dove siamo andati a farla. Siamo arrivati, abbiamo parcheggiato, siamo scesi, ci siamo rifugiati dentro a un bar per via del freddo e della pioggia, siamo risaliti sul pullman, abbiamo aspettato il ritorno dell'autista scomparso e siamo tornati indietro. Dove siamo stati in gita non lo so, per rispondere dovrei andare a leggere il nome del posto sulla fotocopia che ci hanno dato da portare a casa la settimana scorsa. Lo so che dovrei dire che questa gita è stata un fallimento, che non c'è stato niente di cui andare orgogliosi, che come gita tutti si aspettavano qualcosa di meglio. E infatti io sono d'accordo al cento per cento, stavo solo parlando dell'elefante, so benissimo che non c'è, volevo solo fare una verifica, se anche voi non lo vedete allora è tutto a posto, io infatti non lo vedevo neanche prima, facevo finta, anzi non l'ho proprio mai visto, ci siete cascati. Per cui cara maestra sappi che la gita non mi è piaciuta, che ho avuto paura per l'autista che fosse sparito per sempre e saremmo rimasti bloccati lì fino alla fine dei tempi, che al ritorno ho dormito male per via di come è andato tutto storto rovinando le mie splendide aspettative. E se dappertutto c'è gente con il mento rasato e i capelli in ordine vuol dire che il signore che fuma fuori dal suo negozio lavora quando io sono a scuola, non posso certo stare tutto il giorno a controllare chi entra e chi esce, le pare? Niente elefanti. Questo è quanto.


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