mercoledì 2 novembre 2011

Le cose che cambiano quando c'hai un figlio (43 di N)

Quando c'hai un figlio una delle cose che cambiano più evidenti sono le abitudini. Si raccomandano di non farsi sconvolgere la vita dai figli, di lasciarli a casa e organizzare serate romantiche come da fidanzati, di non diventare schiavi dei figli, di non sentirsi in colpa continuando la propria vita come se i figli non fossero nati, come se fossero delle bestioline simpatiche che impareranno a controllare la vescica. Spiegano che non importa la quantità ma la qualità, chiudeteli in una scatola e tirateli fuori una mezz'ora al giorno, se la cosa non vi stanca e non vi stressa. Consigliano cosa dargli da mangiare, le attività più adatte, il ciuccio si o no, il latte si o no, le merendine sane sporcate mezza cucina e usate venti tipi di frutta e mettete in frigor e in forno per una bella merendina sana. Tanto poi ci pensa la servitù a riordinare, la stessa che è andata a comprare la frutta rigorosamente bio d'importazione in via della spiga.

Quello che vi dico io è tutto il contrario: lasciatevi sconvolgere la vita. State con i figli tutto il tempo possibile, anche in silenzio a leggere ognuno il suo libro o a guardare i cartoni. Dimenticatevi le uscite romantiche per far finta che si resta fidanzati per sempre, non è così, se fingete non vale, si capisce, prima accettate la realtà è che siete sposati e siete diventati genitori e meglio sarà per tutti, figli compresi. Il ciuccio non fa crescere i denti storti, se non lo pucciate nel miele però è meglio, sennò poi non vi lamentate che a vent'anni vuole ancora col ciuccio. Il latte è latte, non è veleno. Lo zucchero invece sì. Non dovete dare un numero di merendine a caso tra zero e dieci. Una merendina al giorno non fa male, una caramella invece sì. Anche il sale fa male, non si deve salare tutto perché sennò non ha sapore perché voi avete la lingua anestetizzata da anni di peperoncino. Anche il vino e il caffè fanno male ai bambini.

Se non vuole fare sport perché obbligarlo? Se non vuole fare danza non ha disturbi affettivi. Avete paura che domani incontra un amichetto che sa già nuotare a farfalla, arrampicarsi in cordata, calciare in rovesciata, montare all'inglese un pony? Sapete quanto costa poi l'analista quando diventa grande, ammesso che si accorga e ammetta un giorno di avere dei problemi? Non c'è neanche bisogno di giochi costosissimi, ieri per esempio abbiamo costruito una nuova pista per le biglie con oggetti presi a casaccio, una paletta per le mosche, uno zho zhu pet, una scatola, delle riviste, un tubo, pendenze e ostacoli vari. Costo zero, divertimento mille. Con il robot da cento euro ci gioca dieci minuti e poi diventa un soprammobile. Non ha bisogno di giochi fantastici, ha bisogno di un futuro in cui ricordare i giochi che faceva con mamma e papà.

Adesso imparano fin da subito il peggio del peggio dalla tv, e in seguito perfezionano il tutto interagendo con gli amici. Quasi tutti i cartoni mostrano combattimenti contro mostri. Perfino il telegiornale, riportando le parole dei politici, è zeppo di parolacce che manco all'osteria del porto. Abbiamo figli che non si abbracciano ma si lanciano addosso raggi laser immaginari e si danno mazzate emettendo urla strazianti di mostri in agonia. Collezionano porcherie di tutti i tipi, imbustate in modo da trovare doppioni al modico costo di tre euro l'uno. E hanno solo sei anni, chissà più avanti quanto sarà difficile tenerli in carreggiata. E voi fate finta di non saperlo, fate finta che non non avete colpa perché vi hanno consigliato male. No, troppo comoda, avete la colpa di non fornire un bersaglio a chi è nato per fare centro dentro di voi, di non fornire un appiglio a chi è nato per aggrapparsi a voi. Poi se volete diciamo che è per il loro bene, che sembrano tristi e insicuri ma in realtà diventano forti e indipendenti.

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