lunedì 13 giugno 2011

Le cose che cambiano quando c'hai un figlio (41 di N)

Quando c'hai un figlio una delle cose che cambia è che la gente usa tuo come interfaccia per stabilire un contatto con te, un mouse, un joestick, come li chiamano adesso, remote controller?, movement reader?, brain eater?, insomma molte persone parlano con te ma si rivolgono a tuo figlio. Alcuni si spingono alla violenza, come il mio edicolante di fiducia che gioca con mio figlio a ricorrersi e farsi i dispetti per avere la scusa di riempire di botte me, così, per gioco, si scherza, si ride. Altri invece come ieri alla fiera un venditore ambulante, di cosa? Cosa vendeva? Tascabili da due soldi con illustrazioni di femmine seminude in copertina o erano manuali per approfondire cervellotiche discipline esoteriche? insomma il signore con la faccia tipica della batteria di pentole isole comprese domanda a mio figlio 'Ma il tuo papà legge?' Non so il vostro, ma il mio di figlio non dà confidenza agli estranei nemmeno dietro promessa di ricompense. Rispondo io per lui, è così che fanno moltissimi genitori, fateci caso, domandate una cosa al bambino e risponde il genitore (o la genitrice, ancora oggi che siamo entrati nel futuro si distinguono per il fatto che il genitore tiene la postura rigida di chi ha paura che il cane stia per fare la cacca davanti a testimoni, la genitrice invece usa tesoro o amore come intercalare, tesoro amore vieni qui amore vieni tesoro qui mi senti? Amoruccio? Tesorino?) Per la cronaca allo spacciatore di supporti cartacei per immondizia parolaia ho risposto che sì, il papà legge, ma non oggi e il prendi oggi paghi tra vent'anni s'è lamentato ha protestato ha detto ma guarda un po' legge sempre ma proprio oggi no.

La fiera del patrono anno dopo anno è stato un calando nell'obbrobrio. Anni fa c'erano i conigli nani con intorno bambini pronti a toccarli e gridare e ridere forte, adesso c'è la sfilata di moda per bambini organizzata da una marca modaiola, col supporto della banca e lo sponsor di una società di assicurazioni per la famiglia. Anni fa c'erano solo dei volontari a friggere salamelle e parte del ricavato sarà devoluto, adesso ci sono casupole prefabbricate che spacciano birra artigianale e panini con carne precotta la sera prima e conservata in scatole a chiusura ermetica. Se vuoi qualcosa adesso devi prima cambiare i soldi veri con dischetti plastificati che dietro c'è l'immaginetta del santo patrono e davanti c'è scritto vale un euro e capisci che c'è sotto un giro di percentuali che richiedono certezza di fatturato. Comunque quando c'hai un figlio ci vai alle fiere perché avere un figlio consiste che sei obbligato a uscire di casa per andare in posti che possono piacere a un bambino. Se esci per andare con un bambino in posti da adulti o il bambino lo scarichi sempre nelle braccia di qualcun altro cosa ci fai qui? Cosa te ne frega di sapere cosa cambia quando c'hai un figlio che tanto tu è come se non ce l'avessi non è un problema tuo prego signor pseudopadre mi permetta di indicarle l'uscita. Che in fondo, diciamolo, sono i bambini che ci portano in posti che piacciono anche a noi, quante volte ho visto padri cedere al divertimento con la faccia così felice da rendere perplessi e angustiati bambini abituati alla serietà e alla compostezza?

Stavolta no, la fiera non è stata divertente, ogni anno che passa lo è sempre di meno. Sono diventati così tanti a vendere bibite e panini che si lamentano del rischio di non portare a casa nemmeno le spese. Quando c'erano solo i volontari a fornire il servizio di ristorazione sui generis tiravano su un mucchio di soldi, volevo dire, non dovevano dividere la torta in mille, ma sono stato zitto. E i cavalli, la fiera la fanno nell'ex ippodromo e anni fa c'erano volontari che facevano salire i bambini, gratis, sui cavalli, senza motivo, solo perché è possibile, può darsi, che ai bambini piaccia salire sui cavalli, fa niente se sono cavallini, fa niente se vanno al passo, fa niente se dura solo cinque minuti, succede che i bambini sono così strani a volte che se gli dici vuoi salire sul cavallo loro gridano sìììì e fanno i salti di gioia. Eh, i bambini sono strani, cambiano un sacco di cose quando c'hai un figlio, poi non dire che non ti avevo avvisato. Fatto sta che quest'anno niente, c'è il cartello 'battesimo della sella' che gli altri anni non c'era nessun cartello stupido come questo, però niente cavalli né qualcuno che fisicamente permetta l'esperienza. I bambini sono anche così bizzarri che se gli dici vuoi andare sul cavallo e poi gli dici non si può ci rimangono male, pensano che tu ti sia preso gioco di loro per il puro gusto di infliggere emozioni negative.

Quando c'hai un figlio parlano con lui per vendere le cose a te. Infatti le signorine prima gli hanno fatto i complimenti, lo fanno anche con gli uomini adulti per schiavizzarli, è la tecnica delle moine, la trovate nei migliori manuali di tecniche di adescamento e controllo della mente. Dopo i complimenti arriva un gran sorriso, ciglia che sbattono e infine la richiesta, in questo caso 'Me lo fai un bel disegno?' e mio figlio dice 'No grazie' (Bravo figlio! Sono orgoglioso di te!) ma le signorine non demordono mai di fronte alle patetiche difese della vittima predestinata, sono certo sia implicata una questione genetica posizionata tra la perseveranza e la testardaggine, 'Se mi fai un disegno bello vinci la gara e lo mettiamo sul nostro sito di internet che tutti vedranno quanto sei bravo', e mio figlio dice 'Seeeee' come dire 'Bel tentativo non sai fare di meglio' (Figlio mio! Tuo padre è orgoglioso fino alla commozione!) e la signorina si piega sulle ginocchia, avvicina la faccia e implora 'Daiii, falo per me' e mio figlio cede (Ce l'hai messa tutta, bambino mio, va bene così, è la genetica non puoi vincere è la genetica il testosterone la natura darwin o così o l'estinzione). Fatto sta che il giorno dopo riporta il disegno e il gabbiotto delle signorine è chiuso, il bambino piange dice ho fatto il disegno eravamo d'accordo e io dico forse sono a pranzo, forse va spedito, prendo il disegno e faccio finta di leggere le istruzioni e dico sì, va spedito, ecco perché non ci sono le signorine, non gli dico che è sempre così, che si deve abituare alle delusioni provenienti dalle signorine (diciamo da certe signorine, non tutte, sennò si generalizza, erba un fascio, maschilista eccetera, diciamo solo certe signorine, una minuscola percentuale di signorine che non sono rappresentative dell'intera casistica), anche quando sembra che ti implorano in realtà ti stanno inc

Quando c'hai un figlio una delle cose divertenti sono i disegni che fa. Sono responsabile del disboscamento di chissà quante foreste finlandesi. Non lo sapevate? In nord europa c'è l'industria del legname, ripiantano le foreste che tagliano, è un business, la faccenda dell'amazzonia è leggermente sfruttata a scopi propagandistici, come gran parte delle fesserie di cui vi ingozzano giornali e tv. Però se vi fa piacere mi assumo la colpa dell'amazzonia perché uso fogli A4 per farci disegnare mio figlio, sono adulto posso assumermi le mie responsabilità morali oggettive e soggettive. Per esempio il disegno per le signorine, che poi dietro ti chiedono i dati personali e l'autorizzazione a trattarli e a violare la tua privacy, con la tua firma mi autorizzi a vendere i tuoi dati a una società di marketing che ti riempirà la buca delle lettere di pubblicità. Il disegno in questo caso si intitola il tuo futuro, genitore aiuta i tuoi bambini a disegnare il loro futuro. Ho detto a mio figlio il futuro e lui ha detto 'eh?', ho detto tra tanti anni devi disegnare le cose come saranno quando sarai grande come me. Lui ha detto lo scienziato. Ve bene, ho detto, lo scienziato va bene, disegna che io intanto mi rilasso, mi faccio un bel caffè e me lo bevo in pace mentre disegni. Ma non va così, quando hai un figlio la parola relax diventa dgftrk, anche se ti capita di sentirla pronunciare da chi non ha figli o, addirittura, in un atto di clemenza autosuggestivo la pronunci tu stesso, dici relax ma senti twrtirjl, una parola che, se mai l'ha avuto, non ha più significato. No sai mai se è il caso di mostrare i disegni quando c'hai un figlio che come disegno del futuro di mio figlio consiste in lui che è diventato uno scienziato pazzo, con i pastelli nel taschino, un robot aiutante non cattivo, dentro a un laboratorio pieno di pozioni e illuminato da una singola lampadina, circondato da cose meccaniche. Però quello del mio, di futuro, quello del futuro di suo padre è diverso, nel futuro suo padre è un pescatore su un'isola che ha preso per sbaglio un polipo al posto del pesciolino colorato e c'è lo squalo che ride e i gabbiani e la palma da cocco e un cappello verde in testa, ha tutta l'aria di essere un cappello a bombetta, e una mano a forma di antenna della tv.

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