lunedì 1 marzo 2010

jambo rafiki

A volte ricevo richieste di amicizia. Mi fa piacere quando succede perché io non conosco nessuno e non è che non ci dorma la notte al pensiero di non conoscere nessuno. C'è gente che ha qualcosa come centinaia di amici e mi appaiono come esseri mitici, a me che sembrano tantissimi anche dieci. Come si gestiscono cento amici, mi trovo a chiedermi quando ricevo una richiesta di amicizia da una persona che non ho mai visto in vita mia o, peggio, l'ho conosciuta e me la sono dimenticata. Immagino telefonate che si susseguono, appuntamenti a raffica, decine di dialoghi da sostenere, da quelli su argomenti frivoli a quelli molto più impegnativi. Gestire cento amici dev'essere peggio che lavorare in miniera.

Quando ricevo una nuova richiesta di amicizia per prima cosa mando un messaggio. Dico scusami non mi ricordo più di te. Rinfrescami la memoria, dico. Dico mi devi perdonare ma in questo momento non riesco proprio a trovarti nei miei ricordi. Nessuno mi risponde mai. Ha il coraggio di chiedere la mia amicizia, mica roba da poco, e non mi risponde nemmeno. Non so, dimmi che hai sbagliato persona, che mi hai preso per qualcun altro. Fai finta di avermi incontrato tanto tempo fa. Dimmi che non sai chi sono ma hai avuto come un'intuizione, qualcosa di inspiegabile ti ha spinto a desiderare di essermi amico. Qualcosa insomma, che non sia solo espressione di un errore casuale.

Per esempio ho ricevuto la richiesta di un giovanotto che si mostra in foto a torso nudo, sdraiato sul letto. Tra le informazioni al pubblico leggo che ha fatto la Bocconi, è scritto al gruppo dei pizzaioli, ed è un fan di manga giapponesi. Dove e quando avrò mai incontrato questo tizio in vita mia? Come mai si ricorda di me? Perché vuole essermi amico? Gli ho scritto il solito messaggio in cui esprimo la mia perplessità ma non mi ha risposto. È come essere circondati da muti che ti fissano. Una sensazione orribile.

Vedo che le poche persone che ho nella lista dei miei amici ogni giorno accettano nuove amicizie e resto interdetto. Mi chiedo e se stai accettando l'amicizia di un pazzo? Ha delle controindicazioni far figurare come amici degli sconosciuti oppure no? Ha dei lati positivi sfoggiare mille amici inventati? Gli amici servono solo per avere qualcuno che ti concima l'orto virtuale del giochino stupido, per partecipare a “se raggiungiamo un milione di iscritti mi faccio prete?”, a far sapere al maggior numero di persone possibile che sei fan del panzerotto?

Ieri ne è arrivata un'altra. Una ragazza che avrà almeno dieci anni meno di me. Relazione complicata, ama amare, è fan dei baci, dell'aperitivo e di Vasco. Le ho scritto che proprio non me lo ricordo chi sia. Detesto le relazioni complicate, trovo stucchevoli i giochi di parole e i sentimenti dozzinali, i baci non sono il mio passatempo preferito, l'aperitivo è una perdita di tempo e Vasco non lo ascolto più dal 1985. Forse c'è in giro uno che mi somiglia, con un nome simile al mio, e la sua vita è votata al conoscere gente nuova, alla socializzazione estrema. Magari si sta chiedendo perché la richiesta di amicizia di questa ragazza non gli è ancora arrivata. E la ragazza si è arrabbiata pensando guarda un po', sembrava uno così ammodo e adesso fa finta di non ricordarsi di me.

Così ho pensato di modificare il messaggio standard. Ci aggiungo guarda c'è stato un errore, può darsi che tu stia cercando il tizio simpatico che mi somiglia. Non me la sento di assumermi l'impegno di un'amicizia sapendo che la persona che cerchi è qualcun altro. Se ci siamo conosciuti e non mi ricordo di te forse c'è un motivo. Se invece non ci conosciamo dovremmo prima almeno scambiarci un paio di messaggi per capire se un'amicizia anche delle più superficiali è possibile. Se invece davvero vendete tappeti, allora Buon Natale.

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