lunedì 4 aprile 2011

Intellighenzia organica.

La disamina delle fattispecie nell'ottica di uno storicismo adogmatico non porta a conclusioni univoche sulla natura dei cosiddetti zombie. Noi occidentali, forti di una struttura ideologica post-illuminista che ha visto personaggi indomitamente rivoluzionari come Fraonger e Stickenson siamo obbligati a tenere in considerazione le istanze legittime e democratiche da qualunque parte provengano, senza soffermarci su valutazioni acritiche di stampo nietzchiano e tzochtcevista, nello specifico la parte sviluppata postuma a partire dai frammenti appuntati dietro gli scontrini, il che ci riporta all'esigenza di un approccio poetico e sognatore che non si fermi al becero e squallido ricatto dell'economia sui valori fondanti della convivenza come anni di lotta ci hanno permesso di conquistare. Gli zombie infatti è vero che sono morti viventi, nessuno potrebbe negarlo, ma è altresì vero che rappresentano una fetta moralmente sana della popolazione di cui la politica non può certo fare a meno, specialmente in questi oscuri tempi di insopportabile dittatura nei panni di una comunicazione sorridente e plebiscitaria che si fonda su un colpevole populismo demagogico in grado solo di allontanarci dai nostri veri e genuini desideri di fratellanza, uguaglianza e libertà. Chi afferma che gli zombie sono cattivi, che si nutrono di carne umana non fa che ribadire concetti risaputi, già ampiamente analizzati e metabolizzati dal dibattito intellettuale degli ultimi due o tre secoli, e si configura come l'arma spuntata nella mani di chi si oppone al progresso e all'avanzata di una nuova classe politica in grado di sconvolgere gli attuali equilibri, frutto di stagnazione culturale e mancanza di slancio, tutto ciò che invece sentiamo chiedere nelle strade dai giovani disoccupati, dalle famiglie che fanno fatica, dai più deboli e sfortunati ai quali dobbiamo garantire il diritto alle stesse opportunità, prescindendo da valutazioni discriminatorie sullo status di zombie. E per finire un appunto sull'annosa diatriba che vuole creare ulteriori distinzioni fra zombie e morto vivente. È davvero avvilente constatare la mancanza di capacità di governo in coloro che hanno fatto della lotta agli zombie la loro bandiera ideologica, ipotizzando perfino, nelle pagine più oscure della nostra democrazia, il ricorso a misure drastiche che hanno provocato la violenta e spontanea reazione popolare che ben ricordiamo, con vittime innocenti e ingenti danni materiali. La mappa del futuro mostra che il cammino del genere umano non sarà mai davvero concluso fino a quando non avremo imparato i modi e i termini di una corretta gestione degli zombie, sia a livello di integrazione che soprattutto a livello emotivo e concettuale, insegnando ai nostri giovani a vincere la repulsione irrazionale per i non-morti, l'istinto che spinge a una cieca violenza indegna di un paese civile e ricco, pieno di storia e di cultura come quello in cui abbiamo avuto l'onore e il privilegio di nascere. Per questo invito tutti voi, cari amici, a sostenere il nostro movimento in difesa degli zombie, affinché un mondo migliore per i nostri figli sia possibile, perché il sacrificio dei nostri predecessori non sia vano. Dobbiamo lottare per impedire che i nostri diritti vengano calpestati, i nostri bisogni derisi, è la Giustizia che ce lo chiede, è la Verità che ce lo ordina, è la Storia che ce lo impone, e chi si opporrà alla nostra avanzata verrà travolto dai suoi stessi pregiudizi, dalla sua visione limitata e egoistica della realtà. Il cambiamento è possibile, il cambiamento è adesso!


(foto di Mario Giagnori)

Nessun commento: