venerdì 10 settembre 2010

Corrispondenza (4~N)

Caro Raffaele, ho trovato il tuo messaggio elettronico e ho sofferto molto. Poi ho scoperto che i miei figli mi hanno fatto uno scherzo, hanno tolto le tue parole e hanno scritto delle altre per vedere se piangevo. Dopo abbiamo riso tanto, dopo ho detto bello scherzo, dopo li ho picchiati, ma poco perché è stato davvero uno scherzo bello e riuscito. Ti ho già detto mi pare che i miei figli sono mirabolanti.
Il libro va avanti bene, ho riempito altre pagine e te le mando anche se penso che sono perfette perché anche se queste sono perfette magari le prossime no. Capirò da solo che non manderai correzioni a queste pagine perfette, non devi spiegarmi tutto perché ormai siamo amici più di fratelli. Ho capito che erano perfette anche perché le mie mogli mi hanno dato dello stupido quando le hanno lette e i miei figli invece sono stati zitti. Il silenzio dei miei figli mi dice tante cose, succede anche a te?
La parte in cui c'è quella discussione religiosa mi ha fatto sudare le camicie (solo in un posto freddo come questo ha senso dire certe cose, usare certe, come si dice, mezzafore o quell'altra, iperbolla? non importa). Ho usato il trucco del sogno, come vedi da te. Ho fatto muovere le nuvole nel sogno per far scoppiare una guerra nel cielo insieme a quella fra gli uomini, sono così soddisfatto del grado di perfettitudine del sogno che ho sudato tantissimo.
Domani ho già preparato tutto, starò in casa tutto il giorno. Le mie mogli non mi obbediscono più da tanto tempo e usciranno solo per dimostrarmi che possono disobbedire. Usciranno come se niente fosse e che qualcuno provi a fermarle. I miei figli no, il più piccolo ha detto non ti capisco ma voglio crederti e io mi sono sentito come un bicchiere di vetro che sta cadendo dal tavolo. Alle mie figlie ho detto fate come vi pare ma domani è meglio che non ci facciamo vedere in giro, si offende sia chi pensa che sei a favore sia chi pensa che sei contro per il solo fatto di vederti in giro. Il figlio più grande ha detto ma quello là cosa penserebbe? Ho risposto quello là non pensa e mio figlio grande è rimasto a bocca aperta, ho fatto bene?
Allora se mi rimandi il messaggio che è andato distrutto nello scherzo lo leggerò, altrimenti fa niente, lo so che la tua memoria è di molto inferiore e comprendo se ti sei arrabbiato ma non possiamo fare miracoli, io non ci riesco, se tu sei capace mi dispiace per te ma non ti preoccupare, ti voglio bene lo stesso. Quando i tempi saranno migliori obbligherò le mie mogli a preparare un banchetto per te, oppure eviterò lo sforzo di discussioni noiose e lunghissime e lo preparerò io se mi dici che per te è uguale. Ti ho visto l'altro giorno e mi sei sembrato magro, sei malato? Vuoi forse morire di fame?
Ti ho chiamato, ho fatto così con le mani in alto ma tu eri distratto, stavi pensando a qualcosa, e non potevo correre da te perché tu eri in bici e io a piedi. È stato come se ti eri fermato e avevamo passato tanto tempo insieme perché io ho parlato con te per ore dopo averti visto e sono stato contento lo stesso. È stato proprio in quella parlata che mi hai detto dello scherzo dei miei figli. Quando pensavate di dirmelo che era uno scherzo, ho domandato quando si sono convinti che avevo smesso di picchiarli e si poteva ricominciare a ridere. Hanno risposto mai. Ho chiesto perché mai? Hanno risposto se un giorno succederà davvero sarai preparato.
Sto pensando di dedicare il mio libro alle mie mogli, sarebbe un bello scherzo secondo te? Secondo me sì. Poi in fondo nei ringraziamenti spieghiamo che era uno scherzo e ridiamo. Non mi hai ancora detto se scriverai la pagina di introduzione, non essere timido, ti ho già dato l'assicurazione che è il minimo che possa fare per il mio amico più che fratello. Quando sarò ricco farò dei banchetti e dovrai venire, non puoi stare sempre in casa, ti fa male, non hai nemmeno un motivo che vale quanto il mio di domani.

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