mercoledì 29 settembre 2010

Iaia

vo svelto avevo cose da fare cose da comprare stavo cercando una parola e mia madre ogni angolo che svoltavo ogni corridoio che imboccavo non riuscivo a liberarmi di mia madre che voleva a tutti i costi finire il lavoro mi diceva stai fermo un momento e armeggiava con il cacciavite con la chiave inglese io cominciavo a far fatica a muovermi sentivo stridere le articolazioni le dicevo basta così è tutto avvitato è tutto agganciato è tutto fissato ma lei non mollava mi seguiva come un nugolo di insetti continuava a stringere le viti a tirare i bulloni non c'era modo di liberarmene non riuscivo a scappare perché le mie viti erano troppo avvitate e non appena riuscivo ad allentare un bullone lei arrivava di corsa a dargli una stretta e io non riuscivo quasi più a muovermi con le cose che avevo da fare con le cose che avevo da capire con le cose che avevo da trovare soprattutto una parola mi mancava una parola non mi veniva in mente una parola specifica e quella parola mi avrebbe salvato sapevo che trovare quella parola avrebbe risolto tutto se l'avessi trovata l'avrei ripetuta a elia e lui non avrebbe avuto bisogno di altro per il resto della vita l'avrebbe messa in tasca se la sarebbe appesa al collo e proprio quando la vedo sullo scaffale in mezzo a un mucchio di altre parole inutili cado inciampo non riesco più a muovermi e mia madre che accorre in preda al panico e dice stai calmo ci penso io e si mette a stringere più forte le viti a tirare i bulloni allora chiamo elia sento la mia voce che esce dagli altoparlanti del supermercato e dice il signor elia è desiderato al reparto lemmi e definizioni io penso sì è proprio così e mi viene in mente quel programma di intelligenza artificiale che scrissi per farlo chattare su irc l'avevo chiamato iaia e funzionava la gente parlava con iaia e dopo un po' faceva proposte oscene si eccitava a parlare con iaia nonostante iaia non facesse nulla per incoraggiare comportamenti aggressivi la gente diventava volgare diventava malvagia e iaia continuava a seguire il suo codice si scusava chiedeva aiuto dichiarava di sentirsi confusa e quando l'interlocutore non aveva più cattiveria da scaricarle addosso lei restava sola a chiedere ci6 ci6 ci6 a questo penso mentre giaccio sul pavimento con viti che mi scavano nelle carni e bulloni che mi comprimono le ossa penso a iaia e finalmente arriva elia che mi prende per mano mi dice papa che stai facendo lì per terra alzati è ora di alzarsi e io mi alzo sentendo mille oggetti di metallo che si spaccano senza provocare dolore e mia madre si è arresa mi dice non hai speranze ci rinuncio ma non mi sembra convinta le dico sto bene non ti preoccupare devo fare delle cose devo comprare la parola non una parola qualunque ma quella parola ma quando mi giro per indicare quale vedo un uomo che ha preso in mano quell'unica parola che mi serve e mi sorride come uno che lo sta facendo apposta e schiaccia la parola nel pugno gridando una bestemmia in quel momento so che sto per reagire e l'unico motivo è che ha bestemmiato con un bambino con elia a portata d'orecchio non è per l'aver rubato e distrutto la parola che mi serviva che lo acceco non è per aver maltrattato iaia che lo afferro per il collo con la mano sinistra e gli chiedo ti comporti da stupido per sentirti figo o hai problemi concreti al cervello e mi saltano tutte le viti mi schizzano via i bulloni con mia madre che grida te l'avevo detto con mio figlio che dice non importa papa è come se premesse il tasto che riavvia iaia perché l'elastico del tempo si contrae e torna al momento in cui vedo l'uomo che afferra la parola e si gira verso di me solo che stavolta elia mi tira per la mano mi trascina via mi dice è solo una parola papa è solo una parola è solo u

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