venerdì 18 marzo 2011

Tersanctus.

Buono. Buono e giusto. Buono, stai buono, si dice al cane che trema e ringhia, al bimbo che trema e piange. Buono, adesso, buono, che va tutto bene. E poi è un buon giorno. Buon giorno a lei, buon mattino, buon pomeriggio, buona sera. Buona notte. Buono è il sacro, la focaccia appena sfornata, lo scambio degli anelli, la prima risata. Buona è la puzza di merda gettata sui campi, l'odore di un cane affettuoso in attesa del tuo ritorno. Buona la novella del buon pastore, buona la bugia che si vuol sentire, buono il sapore del sangue quando ti mordi la lingua per fare silenzio. Buon sangue non mente. Buon appetito, buon compleanno, buona fortuna. Buona la pioggia, il salvadanaio, la tovaglia pulita. Pochi ma buoni. La buon'anima. Buono è il vento tiepido, l'onda gentile, il padre misericordioso. Buoni pasto, buoni del tesoro. Ai bambini buoni non porta il carbone. Buona la prima. La frutta d'estate, la zuppa d'inverno, sono cose buone. Sarà la volta buona. Sarà a buon mercato. Buona è l'attesa paziente, la pace nei cuori, l'istinto di conservazione. Di bocca buona, il giovane di buone speranze. Buono è circondarsi e venire circondati. Il rimprovero di una madre preoccupata è buono. La superstizione del superstite, la sopravvizione del sopravvissuto, la naufragione del naufrago, è tutta roba buona. Molto buono, anzi buonissimo. Tante cose buone, lo ammise, bontà sua, e lo permise, troppo buono. E coloro che lo videro così buono si spaventarono e corsero via, imboccando direzioni casuali. Buono è il latte e miele, buona la febbre quando scompare, buone le mani di chi sa prendere e di chi sa dare, buoni i piedi di chi deve camminare e camminare. Un buon diavolo, una buona occasione, porcherie belle e buone. Il buon gusto di smetterla, mettersi di buzzo buono. Buono come il pane. Il saluto dall'altra riva di un fiume è buono, il saluto come se fosse l'ultimo è buono, il saluto come se fosse il primo è altrettanto buono. Le buone maniere. Le buone idee.

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