mercoledì 3 febbraio 2010

Vi erano sulla terra uomini famosi.

Il primo uscì di notte, superò senza sforzo il guardrail e rimase immobile a fissare i fari del camion che lo investì, uccidendolo. Quello fu il primo indizio di una convivenza impossibile. Le autorità non riuscirono a insabbiare la notizia. Ci provarono, pensando che si trattasse di un evento unico e irripetibile, ma i giorni seguenti ne uscirono altri e fu impossibile negare l'evidenza. Nessuno guardava più le fotografie di quel corpo buttato sull'asfalto, interrogandosi sui fotomontaggi, quando se ne incontravano di vivi, ovunque.

Quanti fossero, nessuno lo sapeva. Alcuni ipotizzavano un numero molto basso, altri invece prevedevano un'invasione massiccia. Da dove venissero era un altro mistero. Forse dal sottosuolo, forse dallo spazio. Come reagire invece era ben chiaro a tutti: bisognava tenerli sotto custodia. Contro quelli che avrebbero opposto resistenza era consentito il ricorso all'uso della forza. È vero un confronto sulla forza li avrebbe resi vincitori, ma non avevano armi, non avevano conoscenze. Erano come bambini al risveglio, l'espressione attonita di chi si stupisce di un nuovo giorno.

Non erano stupidi, però, e presto avrebbero imparato. A quel punto sarebbe stato troppo tardi per rimediare al problema. Probabilmente ci avrebbero eliminato, avrebbero preso il nostro posto come specie dominante. Era fondamentale non lasciare loro il tempo di riprendersi, di organizzarsi, di rendersi conto della fragilità di chi gli si opponeva. Era prioritario trovare una forma di comunicazione per interrogarli e scoprire qualcosa sulla loro origine e le loro intenzioni. Avevano sei dita per mano e due file di denti.

Avevano uno spesso strato di pelle callosa sulla pianta dei piedi, erano del tutto privi di peli, andavano in giro nudi. Quando per la prima volta venne trovato un esemplare di genere femminile si scatenò il panico, non si trattava più solo di gestire i singoli casi man mano che si presentavano, ma di mettersi alla ricerca attiva dei soggetti. Quegli esseri erano in grado di riprodursi.

L'opinione pubblica si spaccò in due: quelli che non vedevano soluzioni diverse dalla soppressione e quelli che indicavano nell'integrazione la scelta più condivisibile. Se ne parlava ancora come se si trattasse di animali probabilmente nocivi, potenzialmente letali. I rischi andavano eliminati o affrontati alla stregua di un'epidemia improvvisa. Poi uno di loro iniziò a parlare e l'idea di ucciderli tutti parve d'un tratto molto disumana.

Il linguaggio era primitivo ma abbastanza articolato da far supporre un alto grado di evoluzione. Nei primi, lunghi monologhi che vennero registrati si sente ripetuta più volte una frase. Il tono di voce era calmo e a tratti melodioso, per questo venne facile ipotizzare un contenuto di pace e amore universale. Le manifestazioni di solidarietà e il clima di accoglienza vennero però stroncati sul nascere dalla traduzione. Il messaggio era “il tempo è giunto per voi, figli dell'uomo.”

I fanatici del complotto ipotizzarono subito una falsa traduzione per giustificare politiche repressive ma le prove scientifiche di una corretta interpretazione erano del tutto convincenti. Il soggetto venne costretto a indossare giacca e cravatta e invitato a ripetere la frase in un video che venne trasmesso con sottotitoli. I complottisti cambiarono idea, insinuarono che quelle parole non erano state pronunciate spontaneamente ma sotto grave minaccia.

Le discussioni si protrassero per mesi, a tutti i livelli. Venne avanzata l'idea di deportarli e abbandonarli in massa su un'isola in mezzo all'oceano. Il dibattito avrebbe forse raggiunto un esito se non si fosse trattato di trovare un accordo sovranazionale. Il fenomeno era globale, non c'era regione nel mondo immune alla comparsa di quegli esseri, sbucavano fuori ovunque. In alcuni paesi vennero immediatamente uccisi dagli stessi abitanti, in altri vennero imprigionati, in altri lasciati liberi di fondare villaggi autonomi, purché a distanza di sicurezza.

Non ci fu un caso di contaminazione isolato. A un certo punto si scoprì che parecchie donne umane erano rimaste incinte ed erano morte in maniera atroce nel partorire i meticci. Ormai qualsiasi discorso di prevenzione cessò di avere fondamento. Vennero riconosciuti ai nuovi arrivati tutti i diritti riservati agli esseri umani. Vennero invitati nelle trasmissioni televisive, si scrissero libri su di loro, le donne umane continuavano inspiegabilmente a subire il fascino di questi esseri fino a lasciarsi ingravidare.

Come esistono diverse teorie sulla loro comparsa, allo stesso modo si fanno congetture sui motivi di una repentina scomparsa. Un virus, un ritorno nel mistero, un intervento militare segreto. Fatto sta che sparirono così come erano apparsi, da un giorno all'altro. I pochi meticci nati sani e sopravvissuti divennero molto famosi. Più belli, più saggi, più sani, più intelligenti, più eleganti, pieni di talenti e di qualità morali. In quell'epoca gli sguardi e le attenzioni dell'umanità intera erano riversati sui meticci, ma nonostante gli svariati tentativi di impedirlo, il ceppo genetico morì con loro perché i meticci erano sterili.

“Vi erano dei giganti sulla terra a quei tempi, e anche dopo, quando i figli di Dio si accostarono alle figlie degli uomini e queste partorirono loro dei figli. Essi sono gli eroi che esistettero nei tempi antichi, sono gli uomini famosi di quei tempi.” (Genesi 6:4)

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