giovedì 13 maggio 2010

Icone moderne 001

Frannie Guller ha infranto ogni record con il suo ultimo capolavoro schizzato in vetta a tutte le classifiche. Un'epica rivisitazione dell'anoressia, tema cult per eccellenza nell'ambientazione raffinata del neolirico. Forgiata in ruoli a margine di serie televisive come La tossina FK2 (1993) e Grazie ma forse domani (1995), esplode come interprete del sentire comune nella splendida performance nei panni di Dana in La frutta è di plastica (1998). Siamo riusciti a contattare il mitico Franz Scarpenghi nella sua tenuta in Afganistan e l'abbiamo strappato dalla cura maniacale per la lucidità del pelo dei suoi purosangue riuscendo a ottenere una sua dichiarazione in esclusiva che pubblicheremo per intero nello speciale di settimana prossima. Un'anticipazione che possiamo darvi è che ha avuto davvero una relazione con Frannie quando era meglio nota come la contorsionista più famosa del cinema di contrabbando e, nonostante le evidenze, potrebbe essere lui il padre del nascituro che tutti stiamo aspettando con ansia di fotografare. Suonino le trombe, i critici che ancora non si piegano alle ragioni del successo dovranno chinare il capo di fronte alla prova eccelsa di come la matrice subliminale della fama non ha intaccato la genuina femminilità di Frannie, nemmeno quando ha rifiutato di indossare l'abito di scena cucito per lei personalmente dall'immenso Greg Stobostein. Definire artista Frannie è riduttivo, il suo infinito glamour unito all'eleganza naturale le permettono di sperimentare acconciature coraggiose davanti alle quali non possiamo fare altro che prostrarci ai suoi bellissimi piedi in adorazione, con la speranza che un frammento della sua nobiltà ci tocchi nell'intimo. Soprannominata pelle di cera, zigomo d'oro, gluteo magnetico, la nostra Frannie è in realtà una donna sensibile, abituata alla cura del dettagli, che si dedica a numerose opere di beneficenza senza sbandierare ai quattro venti la grandezza d'animo di un sentire magnifico, superiore in ogni senso alla mediocrità del quotidiano. Sono leggendarie le sue cene a casa del magico Rudy Fullerman, dove presenta le essenze profumate che il giorno dopo vanno all'asta per milioni di dollari. Perché non sprecare l'aggettivo assoluto quando tutto in Frannie ha il sapore del sogno che si avvera? Poliedrica, divinamente grandangolare, un paradigma dell'ascesa sul monte del trionfo come attrice e come poetessa, ma anche come icona pop che reinventa l'adozione prendendosi carico di una coppia di anziani al posto dei soliti orfani bambini. Un portamento tragico ma eccelso nel penoso claudicare posticcio così tipico dei suoi imitatori. L'immaginario Koskoziano in un trucido ma elaborato schizzo post-romantico, quando la nevrastenia conclamata sgorga nella conclusione inattesa, non possiamo fare a meno di riconoscerci in Frannie e affrontare la tematica della rinascita collettiva. Lo scandalo del video hard che la vede coinvolta assieme al noto atleta Thomas Rifling non ha provocato che un battito d'ali in confronto alle rivelazioni sui presunti abusi subiti dal cognato quando lavorava come modella per l'ormai celeberrima pubblicità dei pannolini. Frannie è oggi un esempio da seguire per le nuove generazioni, una coincidenza gradita nel mondo dello spettacolo che non mancherà di stupirci ancora e ancora nei prossimi tempi.

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