lunedì 16 febbraio 2009

CyberAlice

La teiera era percorsa da piani diagonali che la sezionavano almeno una volta al secondo, distorcendone la percezione visiva. La lepre sedeva a capotavola, con ciuffi di poliestere sulla fronte. L’imbottitura fuoriusciva da uno strappo situato in mezzo a quanto restava delle orecchie consunte e ritorte.
- Gradite dell’altro tè? -, chiese Isabeau.
Il proiettore emise un ronzio e il ghiro fece per aprire gli occhi.
- Certamente! -, rispose il Cappellaio portando una mano alla tesa per sistemare il cilindro sulle ventitré.
Isabeau aveva apparecchiato la tavola all’ombra del tamarix e una pioggia incessante di rametti entrava nelle tazze, attraversava il liquido e andava a posarsi sul ripiano di formica sottostante.
- Forse dovremmo cambiare di posto -, suggerì la lepre. Non faceva che guardarsi impaurita alle spalle e nel farlo andava perdendo lunghi fili di poliestere e palline di polistirolo dalla fronte, tanto che la testa s’appiattiva di continuo, sgonfiandosi lentamente.
- Ha ragione lei -, si ridestò il ghiro, - Voto a favore! -
- Tu non hai diritto di voto! -, lo sgridò il Cappellaio.
Isabeau afferrò la teiera pensando che era davvero un bel gioco da farsi. Gli esagoni della serra geodetica creavano riflessi tutt’intorno e il verde che aveva scelto per l’erba era così vivace da dare le vertigini.
Provò nuovamente ad afferrare la teiera senza riuscirci. I piani diagonali roteavano ad intermittenza e l’immagine diveniva sfocata.
- Forse dovremmo davvero cambiare di posto dal momento che la teiera non vuole più collaborare -, disse Isabeau con uno sbuffo d’irritazione.
- Stava andando tutto così bene, non trovate? - Ma il Cappellaio singhiozzava, in preda agli spasmi. Il ghiro aveva smesso di russare e la testa della lepre aveva perso il sostegno del collo e ciondolava dietro la schiena.
Isabeau si alzò e provò a schiacciare i pulsanti del proiettore per capire dove fosse il guasto. Sarebbe stata felice di risolvere il problema senza chiedere aiuto. Aveva visto diverse volte la sequenza di riavvio ed era sicura di essere riuscita a memorizzarla.

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